E’ quanto trapela da fonti della Direzione distrettuale antimafia aquilana, impegnata a contrastare anche i tentativi della criminalità organizzata nella fase di ricostruzione post-terremoto. Per quanto riguarda il filone sul Consorzio, nel registro degli indagati sono iscritti l’imprenditore aquilano Ettore Barattelli, presidente dello stesso Consorzio, Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, e Riccardo Fusi, presidente dimissionario della Btp, impresa che fa parte del Consorzio.
Dei tre indagati con l’accusa di abuso d’ufficio, solo Barattelli si è sottoposto all’interrogatorio davanti al Procuratore capo della Repubblica de L’Aquila Alfredo Rossini e il sostituto procuratore Olga Capasso, della Direziona nazionale antimafia assegnata all’Aquila per seguire da vicino le inchieste aperte sulle infiltrazioni malavitose.
Secondo l’accusa, Fusi e Barattelli, che insieme ad altre due imprese aquilane, Vittorini Emidio ed Equizi-Marinelli, dopo il terremoto hanno costituito il consorzio Federico II, sono riusciti ad aggiudicarsi appalti grazie a conoscenze della politica nazionale. Tra i nomi emersi dalle intercettazioni, quello del Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Gianni Letta. E proprio da questo particolare, descritto nell’interrogatorio di Barattelli, che i magistrati avevano fatto intuire una possibile convocazione dello stesso Sottosegretario, successivamente naufragata. Secondo alcune fonti della procura distrettuale, i risultati delle indagini non porterebbero ad epiloghi clamorosi, ma denuncerebbero dinamiche legate ad un malcostume tipico del sistema italiano degli appalti.