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L’Aquila, “Eppur ci siamo”: mille universitari assediano la Regione

L’Aquila. Il freddo e il gelo non li ha intimoriti né tantomeno fermati: questa mattina un migliaio di studenti universitari hanno percorso la statale 80 e fino ad arrivare davanti al Palazzo della Giunta Regionale per contestare, nella giornata di mobilitazione studentesca, contro il disegno di legge Gelmini e contro l’azzeramento degli interventi sul diritto allo studio universitario a L’Aquila e in Abruzzo.

“Manifestare in un luogo lontano dal classico centro storico, ex cittadella degli studenti, è stata una sfida per gli universitari dell’Aquila” si legge nella nota dell’Udu “costretti tra pendolarismo e condizioni di vita impossibili. Una sfida vinta attraversando per la prima volta una delle principali arterie stradali della città.

Aperto dallo striscione “Eppur ci siamo”, il corteo ha “circondato” l’intero complesso della Caserma Pasquali con lo slogan “una caserma di meno, un campus di più”, rivendicando la trasformazione dell’intera caserma in un grande campus universitario per oltre 1700 posti letto.

“Davanti la sede della Regione Abruzzo” su legge ancora nella nota “è andato in scena un vero e proprio braccio di ferro tra gli universitari e il presidente Gianni Chiodi e l’assessore Paolo Gatti, che si rifiutavano di incontrare una delegazione degli studenti. Gli studenti, però, hanno deciso di non demordere ed hanno occupato la strada ad oltranza. Fino a quando, dopo 3 ore, l’assessore Gatti ha deciso di riceverli”.

Ed ecco che le richieste dell’Udu sono state esposte alla Regione: apertura delle mense e dei bar universitari, risorse per le borse di studio, intensificazione del trasporto dedicato, rimodulazione dei criteri per il CAS per gli universitari, riacquisizione pubblica della gestione della Residenza San Carlo, apertura della struttura del Canada, avvio dei lavori dell’edificio polifunzionale di Coppito, superamento dei commissariamenti delle Adsu e ricostituzione dei Consigli di Amministrazione con la partecipazione dei rappresentanti già eletti dagli studenti.

Le risposte sono rinviate a lunedì 22 novembre, giorno in cui l’assessore Gatti ha convocato un incontro al quale parteciperanno anche il presidente Gianni Chiodi ed il Commissario dell’Adsu.

Alla manifestazione aquilana ha preso parte anche l’UDU di Teramo. “Siamo scesi in piazza per dire a gran voce no al DDL Gelmini” dichiarano in una nota “per chiedere che l’ Università in Italia sia pubblica, libera ed accessibile a tutti ma anche, e soprattutto, per garantire che il diritto allo studio non venga calpestato: ricordiamo che ad oggi la disponibilità delle Adsu di Teramo e L’Aquila per le erogazioni delle borse di studio è ancora pari a zero euro, nonostante sia stata stilata una graduatoria di vincitori. Abbiamo manifestato perché siamo stufi che l’università teramana non abbia servizi adeguati (a fronte anche di un aumento delle tasse), che sia lontana dalla città, lontana dalle istituzioni, lontana dalla mensa, lontana dai servizi e soprattutto lontana dagli studenti”.

Parlando con l’assessore Paolo Gatti, gli universitari teramani hanno esposto i disservizi dell’ateneo: stallo dei lavori di realizzazione delle casa dello studente, aumento delle tasse, mensa scollegata dall’università, trasporti inadeguati, mancanza di aule studio in città, mancati finanziamenti delle borse di studio, riduzione del servizio bibliotecario e chiusura delle aule informatiche.

“Con la manifestazione di oggi l’ Udu Teramo ha fatto un primo passo per garantire il diritto allo studio anche nel nostro ateneo e continuerà a lavorare”.