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Sulmona, indagine su donna morta di influenza suina: Paolucci invita a fare vaccino

Sulmona. Il dipartimento di igiene e prevenzione della Asl provinciale dell’Aquila, ha avviato un’indagine per verificare in maniera approfondita il caso della morte, nell’ospedale SS.Annunziata di Sulmona, il 28 febbraio scorso, di una donna poco più che 50enne risultata positiva al virus H1N1 e che non si era sottoposta al vaccino antinfluenzale.

I controlli seguono i risultati degli esami eseguiti anche al Policlinico Umberto I di Roma. Qui, da fine febbraio, si trova la sorella della paziente morta, in precedenza ricoverata a Sulmona. La donna morta era affetta da malattie croniche e al momento del ricovero risultava immunodepressa e debilitata. Il dipartimento di igiene e prevenzione della Asl vuole verificare condizioni di vita e luoghi di residenza delle due sorelle – un’area nel territorio comunale di Sulmona piuttosto isolata – per valutare un’eventuale azione di prevenzione.

“Non conosco i casi, bisogna fare analisi e approfondimenti molto accurati prima di prendere posizione su un tema delicatissimo che molto facilmente potrebbe creare allarme sociale, una situazione assolutamente da evitare” spiega il primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, Alessandro Grimaldi.

“L’H1N1 è un virus endemico che trova il serbatoio negli animali circolante a livello mondiale, ad esempio c’è stato un picco nel 2009. Ogni tanto ci possono essere microfocolai epidemici, la cosa più importante da fare dopo aver valutato i casi – ha aggiunto – è la prevenzione perché i farmaci antivirali non risolvono sempre al cento per cento il problema”.

“Allo stato attuale non c’è nessun allarmismo. Le strutture competenti stanno tenendo la situazione sotto controllo e tutti i dati vengono inviati al Ministero della Salute”. Lo ha detto l’assessore alla programmazione sanitaria della Regione Abruzzo Silvio Paolucci, sentito dall’ANSA sul caso.

“Si tratta di un virus influenzale quest’anno particolarmente aggressivo. Alcune situazioni, con ricoveri in ospedale, riguardano le fasce più a ‘rischio’ della popolazione e sono legate alla diminuzione del ricorso al vaccino antinfluenzale proprio in queste fasce. Il combinato tra aggressività del virus e calo di vaccinazioni, purtroppo porta a complicanze nel picco più alto. Dell’aggressività sapevamo. Il messaggio – conclude l’assessore – è quello di fare ricorso alla vaccinazione che negli ultimi anni si segnala in flessione”.