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Sulmona, acquistava ciclomotori ma non li pagava: ai domiciliari un cinquantenne

Sulmona. Nelle prime ore di questa mattina, la Squadra di Polizia Giudiziaria della Sottosezione di Polizia Stradale di Pratola Peligna ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Sulmona e delegata dalla locale Procura della Repubblica nei confronti di un 51enne di Sulmona, accusato di truffa, appropriazione indebita, riciclaggio.

Nel luglio 2012 dopo una denuncia-querela per truffa e appropriazione indebita, presentata da una persona residente a Sulmona nei confronti dell’uomo, era stata avviata una complessa attività investigativa sulla compravendita di più motocicli, avvenuta a Sulmona presso una nota rivendita di motoveicoli.

Nel corso dei mesi successivi, nonostante l’aumento delle denunce-querele nei confronti del titolare della rivendita e l’esecuzione da parte della polizia, sia su delega dell’autorità giudiziaria che d’iniziativa, di provvedimenti cautelari di sequestro e perquisizione, il 51enne ha continuato in maniera seriale a porre in essere truffe e appropriazioni indebite sulla compravendita di motoveicoli.

L’uomo ha successivamente ceduto, nel mese di settembre 2012, la sua impresa individuale, di fatto in fallimento, ad una nuova società a responsabilità limitata intestata alla madre ottantenne della sua compagna, continuando di fatto ad amministrare la stessa società.

Nel mese di maggio 2013, è riuscito ad ottenere da parte di una nota azienda motociclistica italiana una fornitura di otto motoveicoli, per i quali secondo l’accusa, non ha ottemperato al pagamento.

Nel corso di specifici controlli, gli agenti hanno appurato sul ciclomotore venduto ad una persona di Sulmona che il veicolo, (rientrante tra quelli della fornitura), era stato immatricolato con i dati identificativi di un ciclomotore demolito, con tanto di numero di telaio abraso.

Da quel momento è stato accertato il riciclaggio del veicolo il quale, non essendo stato pagato, non poteva essere immatricolato con le normali procedure perchè il fornitore aveva trattenuto la dichiarazione di immatricolazione.

Le indagini hanno permesso di appurare analoghe azione delittuose su altri ciclomotori, riuscendo però a sequestrare, una seconda fornitura di dodici motoveicoli, e ad interrompere l’attività delittuosa.