Tagliacozzo. Il 12 febbraio, qualcosa si è spezzato nella città d’arte marsicana. Oggi, invece, un giorno di lutto, scalfito, però, dalla luce più accesa dell’unione tra la gente, ha avuto luogo ed ha dipinto la facciata popolare di Tagliacozzo.
Serrande abbassate e silenzio per le vie. I cittadini, le forze sociali, le forze politiche e spirituali hanno, di fatti, abbandonato le loro faccende quotidiane per scendere in piazza accanto al loro sindaco, Maurizio Di Marco Testa, percosso, nei giorni scorsi, da un vile atto intimidatorio.
Una folla corposa (più di 300 persone) ha preso stanza, stamani, di fronte al Palazzo comunale, per dar luogo ad una manifestazione colorata da un abbraccio stretto ed umano rivolto ad un uomo e ad un politico, quale Di Marco Testa, che sta combattendo una guerra assai amara.
Un presidio di difesa delle istituzioni democratiche, quello di oggi, fortemente voluto dal Consiglio Comunale di Tagliacozzo, rappresentato dal suo presidente, Paolo Rapo. «Dev’essere chiaro che Tagliacozzo, al di là delle contrapposizioni politiche, mai si piegherà alla violenza», queste le parole dell’assessore comunale Venturini, intervenuto durante l‘evento di oggi.
Accolto da scroscianti applausi, il sindaco è salito sul pulpito approntato per l’occasione in via eccezionale, per ribadire, ancora una volta, il suo messaggio di ricerca della serenità e della verità rivolto alla comunità d’appartenenza. Tra la gente, anche alcuni studenti dell’Istituto tecnico del Turismo, ‘A. Argoli’.
«Io vi guardo – ha dichiarato Di Marco Testa – e vedo i miei amici più cari. Quando mi accorgo che mia moglie si alza più volte nottetempo, perché scossa da brividi di paura, so di non vivere più in uno Stato Democratico. Ad oggi, non so ancora dare una risposta effettiva di quanto accaduto alle mie tre autovetture. Io prego il Signore ogni ora affinché venga informato dell’accidentalità del rogo e non di un suo dolo.
Sul mio operato amministrativo, sono state gettate delle ombre scure; io, a fronte di ciò, mi faccio interprete di una promessa rivolta alla mia cittadinanza, in onore anche della fascia tricolore che indosso: se fosse vero che mi sono approfittato anche solo di un centesimo del denaro uscito fuori dalle tasche della mia città, io garantisco che chiederò scusa pubblicamente a tutti. Ma so per certo che questo gesto mai avverrà, perché le mie stella guida, durante la mia azione amministrativa, sono sempre state la buona fede e l’onestà».
Voci di solidarietà sono giunte anche dal Parlamento Italiano: il gruppo neocostituito di ‘Sinistra Italiana’, di fatti, ha espresso, in una missiva recapitata oggi al sindaco, estrema vicinanza al «coraggioso e determinato» Di Marco Testa, auspicando che venga fatta chiarezza su quanto accaduto. Attimi di commozione per l’immagine descritta della figlia Ilaria, rimasta evidentemente scioccata dal fatto occorso. I
nfine, un invito rivolto alle istituzioni massime: «Non lasciate – ha detto Di Marco Testa – mai da soli i sindaci, poiché essi rappresentato, come buoni padri di famiglia, nel bene e nel male, l’interesse di una comunità». Tagliacozzo, dal canto suo, resta in cerca di risposte concrete per poter tornare a trascorrere notti serene accanto al suo primo cittadino, colui il quale verrà ricordato, negli anni a venire, come il sindaco marsicano alla guida di un’Apetta, in mancanza di altri mezzi propri: un po’ come quel benigno sindaco pescatore, di nome Angelo Vassallo, uomo tra gli uomini e uomo anche tra i politici, che disse di No alla Camorra fino alla morte.