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Dall’Aquila all’Emilia, la coperta di Animammersa ad Arte Fiera: ‘Mettiamo una pezza sui terremoti’

L’Aquila. Una grande coperta di lana per tappezzare le ferite del terremoto: così gli artisti di Animammersa hanno voluto riportare l’attenzione sulla situazione dell’Aquila e della tardiva ricostruzione a quasi 7 anni dal sisma.

La coperta cucita a mano, di 60 metri quadrati, una sorprendente opera di urban knitting, arriverà in Emilia, centro di un altro recente terremoto, e più precisamente sarà esposta dal 29 al 31 gennaio a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 051.566330; www.teatridivita.it), in occasione del progetto “The Blink Experiment” collegato ad Art City e Arte Fiera, la più grande manifestazione fieristica d’arte contemporanea in Italia.

All’interno del teatro verranno anche venduti gli speciali calendari prodotti da Animammersa con lo scopo di finanziare le attività culturali che tengono viva la città.

L’idea è venuta ad Animammersa, l’associazione di artisti nata a L’Aquila sette mesi dopo il terremoto, per affermare l’identità sociale e culturale aquilana dopo il sisma del 6 aprile 2009, attraverso un instancabile lavoro di raccolta e racconto delle voci e delle esperienze della città e dei suoi abitanti alle prese con un disastro naturale ed economico.

Dal 2012 Animammersa organizza l’iniziativa di urban knitting “Mettiamoci una pezza”: lavori collettivi fatti ai ferri per una città ai ferri corti… Il progetto è nato con lo scopo di abbellire monumenti, alberi, panchine in evidente stato di abbandono. Alla prima edizione del 2012 hanno partecipato più di seimila persone da tutto il mondo, spedendo le pezze colorate che sarebbero servite a evidenziare la cura necessaria al territorio colpito dal terremoto de L’Aquila e lasciato abbandonato a se stesso. L’anno successivo l’iniziativa è stata spostata in Emilia Romagna, anch’essa colpita dal sisma.

“Quando il cuore e il cervello si uniscono per far fronte ad un’ingiustizia, noi di Animammersa non ci fermiamo. L’ingiustizia è rappresentata, nel nostro caso, dalla prevenzione mancata, dai silenzi, gli slogan inutili, e dalle telecamere spente sul nostro e su altri territori colpiti da catastrofi naturali, in questa Italia sguarnita, impreparata e pericolosa”.

La sfida del 2015 è stata quella di creare una grande coperta fatta di “pezze” di lana rossa escusivamente lavorate all’uncinetto, ciascuna della grandezza di 50×50 cm, e ciascuna con la firma dell’autore, sempre all’uncinetto. La coperta ha partecipato anche, nel giugno scorso, alla grande sfida del Guinness dei primati, nella piazza di Trieste, unita con tante altre coperte all’uncinetto per creare la coperta più grande del mondo.