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Accorpamento sedi Avezzano e Sulmona, Uil Penitenziari: ‘Massacro istituzionale’

Sulmona. ‘Nel mese di Gennaio il Ministero della Giustizia potrebbe dare i natali ad un autentico “massacro” istituzionale. Il nuovo scenario che si sta configurando non farà dormire sonni tranquilli ai dirigenti e a tutti gli operatori penitenziari delle strutture carcerarie abruzzesi’. ‘Lo afferma in una nota il Segretario Provinciale e Vice Segretario Regionale Uil Penitenziari, Mauro Nardella.

‘Secondo lo schema di decreto del Ministro della Giustizia concernente l’individuazione presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria degli Uffici di livello dirigenziale non generale, la definizione dei relativi compiti e l’organizzazione delle articolazioni dirigenziali territoriali così come fatto seguito all’entrata in vigore del DPCM 15 giugno 2015, n.84 recante il regolamento di riorganizzazione del Ministero della Giustizia, riduzione degli uffici dirigenziali e delle dotazioni organiche, il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per l’Abruzzo sarebbe soppresso ( in luogo di esso nella sede di Pescara sarebbe istiutito, con sede presso l’istituto Penitenziario delle predette città o presso altri uffici individuati dalle competenti agenzie del demanio, distaccamenti del Provveditorato interessato.

I distaccamenti, che costituiscono uffici non dirigenziali, svolgono compiti di segreteria tecnica del Provveditore per le relazioni con gli organi territoriali dello Stato, gli enti locali, le associazioni che cooperano al trattamento dei detenuti e sono altresì sede delle sezioni distaccate dell’Ufficio IV della Sicurezza e delle Traduzioni del Provveditorato e, ove necessario, del Centro Operativo radio dell’Ufficio Sicurezza e Traduzioni) così come potrebbero venire meno alcune autonomie penitenziarie quali quelle di Avezzano e di Chieti.
Mentre la storia dei Prap non ci giunge nuova attesa la notizia circolata in tempi non sospetti e che già di per sè faceva prefigurare situazioni destabilizzanti non solo per la strutturazione delle professionalità di chi opera in Regione ma anche e soprattutto per i diritti di tutti gli operatori del settore, quella della volontà di accorpare gli istituti penitenziari di Avezzano con quello di Sulmona e di Chieti con quello di Pescara giunge come un fulmine a ciel sereno. Fortunatamente siamo solo a livello di Bozza per cui suscettibile, ci auguriamo, di modifiche’, rileva Nardella.

‘Qualora non dovessero ascoltare le indicazioni chieste alle OO.SS. lo scenario che si aprirà agli occhi degli esperti del settore sarà devastante. Sulmona ed Avezzano si ritroveranno con un solo direttore e un solo comandante di reparto. Essi( 1 direttore e 1 commissario) dovranno fare i conti con 72 detenuti in più e per giunta posti ad una distanza di oltre 50 km. Il tutto senza considerare il fatto che a breve Sulmona sperimenterà l’apertura del nuovo padiglione in grado, quest’ultimo, di ospitare ulteriori 200 detenuti.

Chieti, seppur che con i suoi 129 detenuti potrebbe dire tranquillamente la sua in maniera del tutto autonoma, potrebbe essere vista inglobata nella direzione della casa circondariale di Pescara. La ridisegnazione dei circuiti penitenziari voluta dall’allora ministro della Giustizia Rosanna Cancellieri ha consentito, sotto il contributo di validi dirigenti, di costruire condizioni di vita, nelle sezioni detentive di tutti gli istituti oggetto del paventato accorpamento, molto più tranquille e rispettose dei regolamenti. A Chieti sono state implementate sezioni femminili comuni e per sex offender, sezioni Maschili di media sicurezza e una sezione maschile per sex offender. In esso è inoltre attivo un ambizioso progetto elaborato di concerto con l’Università cittadina e la ASL 02 Chieti/Lanciano e rivolto al recupero dei detenuti macchiatesi di reati sessuali e che a quanto pare sta producendo soddisfacenti risultati; inoltre, per tali peculiarità, la CC.CHIETI ha avuto il finanziamento dalla Cassa delle Ammende pari a € 50.000,00 per l’ampliamento della sezione femminile per almeno altri 15 posti’,insiste il dirigente Uil Penitenziari.

‘L’accorpamento destabilizzerebbe gli ottimi rapporti con le istituzioni locali i quali, con non pochi sacrifici e in moltissimo tempo, si è avuto modo di realizzare; Chieti bisogna ricordarlo è anche sede di tribunali non indifferenti quali la corte di Assise e la Corte di Appello e che a breve con la chiusura dei tribunali di Vasto e Lanciano diverrà sede giudiziaria unica per l’intera Provincia.

Chi ha disegnato questa bozza dimostra poca conoscenza del territorio e delle medesime istituzioni.
Se di accorpamento non se ne potrà fare a meno sarebbe stato molto più logico pensare di unire la realtà di Vasto a Chieti e non miscelando istituzioni extraprovinciali citando Pescara quale unità penitenziaria da associare a Chieti.

Stessa cosa dicasi per Avezzano. Per quest’ultima se proprio non si potrà fare a meno di mantenerla autonoma sarebbe il caso di assoggettarla alla Casa Circondariale dell’Aquila (anch’essa sede di importantissime istituzioni giudiziarie) lasciando inalterato l’assetto organizzativo della Casa Reclusione di Sulmona.
Comunque vadano le cose chi pensa che nel mondo penitenziario si contribuisce al recupero e reinserimento dei detenuti abbuffando di lavoro direttori, comandanti e gli operatori tutti ha sbagliato davvero indirizzo. Se si vuole relegare l’attività del carcere a mero contenitore di uomini trasformadolo in uno zoo sociale che procedano pure con gli accorpamenti.

A rendere ancor più amara la situazione sembrerebbe che anche la Scuola di formazione dell’Amministrazione Penitenziaria di Sulmona perderà la sua storica identità ed autonomia divenendo una semplice succursale della scuola di Roma. Un’autentica tegola considerata l’importanza che la stessa è andata assumendo nel tessuto sociale peligno e che non ha potuto prescindere dai rapporti diretti intercorsi con i vertici della struttura e le Amministrazioni locali.
La bozza sembrerebbe essere stata elaborata senza l’apporto dei diretti interessati e cioè i direttori delle strutture penitenziarie e delle scuole di formazione e finanche, e questo rasenterebbe l’assurdo, senza il il contributo dei dirigenti generali facenti capo al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Se ciò fosse vero sarebbe veramente grave.

La Uil penitenziari dichiara tutto il suo sdegno e dissenso in ordine a quanto sopra esposto. Rimanda al mittente il progetto di accorpamento di cui alla bozza ministeriale se non nei punti indicati circa il progetto di accorpamento Avezzano/Aquila e Chieti/ Vasto e culminanti nell’extrema ratio’, conclude Nardella.