Ospedale L’Aquila, tecnologia all’avanguardia nel reparto maxillo-facciale

L’Aquila. Il software riproduce, in versione tridimensionale, il ‘calco’ dell’orbita del lato sano e lo proietta sul lato fratturato, consentendo al chirurgo di ricostruire la parte danneggiata in modo perfetto. E’ una delle ‘magiche’ applicazioni di un’avanzata tecnologia, CAD/CAM adottata dall’ospedale di L’Aquila, che viene utilizzata dai più prestigiosi centri europei e dalle più importanti università americane.

Il software ‘Dolphin’, in uso al reparto di chirurgia maxillo-facciale del San Salvatore, permette la ‘progettazione’ chirurgica assistita da computer (sistema CAD, acronimo di computer-aided design) attraverso l’elaborazione di immagini con cui si esegue una ricostruzione in 3 D (tridimensionale) dei tessuti molli e dello scheletro facciale.

Lo specialista, grazie a questo tipo di chirurgia virtuale tridimensionale, ha la possibilità di simulare l’intervento prima di entrare realmente in sala operatoria, seguendo indicazioni estremamente precise.

L’aspetto straordinario di questa innovazione tecnologica è anche la possibilità di ‘fabbricare’, tramite una sofisticata stampante 3D, modelli stereolitografici, in dimensione reale: in sostanza, una riproduzione fisica (perfetta) del modello anatomico di ossa e altre parti che il chirurgo opererà nella realtà quando sarà in sala operatoria.

Con questa tecnica all’avanguardia il reparto maxillo-facciale, diretto dal prof. Tommaso Cutilli, che nel 2015 ha già effettuato oltre 100 interventi di traumatologia, comprese complesse ricostruzioni orbitarie, pratica anche la chirurgia ortognatica (che interviene sulle molte deformità o anomalie dello scheletro facciale).

Il chirurgo può calcolare i millimetri di riposizionamento, per la correzione della deformità del viso, avvalendosi della simulazione virtuale dello spostamento delle ossa facciali. Le meraviglie tecnologiche del maxillo-facciale, peraltro, oltre a questa eccezionale risorsa, comprendono un’altra un’apparecchiatura, la Piezosurgery, utilizzata di recente, nella chirurgia ossea mininvasiva, per la correzione di una dismorfosi facciale complessa (deformità e alterazioni ossee del viso).

Inoltre, a breve, sarà introdotta la cosiddetta “navigazione intraoperatoria”, un sistema molto sofisticato che consente di avere ulteriori riferimenti durante l’esecuzione dell’intervento. Insomma, un ‘ventaglio’ di formidabili strumenti gestiti da un’équipe che, negli anni, è riuscita a ‘esportare’ la propria professionalità oltre i confini aziendali, come dimostra un dato inequivocabile: oltre il 30% dei pazienti trattati arriva da altre Asl d’Abruzzo.

La squadra della chirurgia maxillo-facciale di L’Aquila, guidata dal prof. Cutilli, è composta dai medici Secondo Scarsella, Desiderio Di Fabio, Antonio Oliva ed Ettore Lupi, a cui si aggiunge tutto il personale sanitario e tecnico.

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