L’Aquila. Sono trascorsi ormai 14 mesi dal terremoto che ha colpito L’Aquila il 6 aprile 2009 e, ancora oggi, sono più di 48mila le persone assistite. 48.409 per la precisione. Di queste, oltre 25 mila usufruiscono del contributo di autonoma sistemazione; più di 1400 hanno trovato una casa in affitto concordato con la Protezione civile; circa 3500 sono alloggiate in alberghi e strutture ricettive; 614 sono ospiti delle caserme della Guardia di Finanza e Campomizzi.
Sono solo alcuni dei numeri contenuti in un piccolo dossier che il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente ha consegnato a direttori e giornalisti di tg, quotidiani ed agenzie, in visita ieri nella “città agonizzante”.
Secondo i dati forniti, le strutture ricettive convenzionate sono 1.056 ed hanno presentato un fatturato pari a 270 milioni di euro, a copertura dei quali il Dipartimento di Protezione civile ha accreditato 180 milioni di euro ed il Commissario delegato per la ricostruzione altri 20 milioni di euro. Restano da pagare oltre 70 milioni di euro.
Per quanto riguarda il contributo di autonoma sistemazione, finora sono stati liquidati circa 100 milioni di euro, pari a 12 mensilità.
Dal dossier emerge, inoltre, che gli edifici A (agibili) sono 10.191, le case B (lieve inagibilità) 3.835, le C (parzialmente inagibili) 526, le E (inagibili) 8.472 e le F (inagibili per pericolo esterno) 1.000.
”Per la ristrutturazione delle case E” scrive Cialente nel fascicolo “le ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri si sono succedute nel tempo. L’ultima è di qualche giorno fa e questo spiega il numero ridotto di pratiche per le E”. Nei dati non sono inclusi gli immobili delle zone rosse della città e delle frazioni dove le case crollate o inagibili sono circa il 70-80%.
Non mancano, poi, i dati riepilogativi sulle attività produttive: 6 mila sono le imprese iscritte al registro camerale, 10 mila le attività economiche complessive, 3.913 quelle che hanno chiesto un indennizzo per danni causati dal terremoto (44 milioni di euro), 1.000 gli esercizi aperti nel centro storico prima del terremoto, 300 le autorizzazioni rilasciate per la ricollocazione in manufatti provvisori, 151 le nuove attività autorizzate. Le attività esistenti nel cuore dell’Aquila sono state ravviate al 60% e tutte delocalizzate.
Dal documento emerge, inoltre, come l’enorme difficoltà che le imprese edilizie vivono per mancanza di liquidità, legata al tardivo o mancato pagamento dei lavori eseguiti per i puntellamenti o per le ristrutturazioni. Al momento risultano non liquidati 58 milioni di euro. E dal primo luglio, se non interverranno emendamenti alla manovra correttiva del Governo, si torneranno a pagare le tasse correnti, più 1/6 delle tasse sospese nel periodo gennaio-giugno 2010, pià 1/6 delle tasse sospese dal 6 aprile 2009 al 31 dicembre 2009. E sempre dal primo luglio, ripartiranno i pagamenti di mutui, finanziamenti e leasing, cartelle esattoriali e ruoli.
Per quanto riguarda, invece, il patrimonio culturale (in gran parte sottoposto a vincolo del ministero per i beni e le attività culturali) e quello artistico, questo risulta gravemente compromesso, fino al crollo definitivo di alcuni dei più significativi monumenti. Il danno stimato per i soli monumenti ammonta a circa 3 miliardi di euro. Il Comune dell’Aquila, per i 470 cantieri di sola messa in sicurezza, ha già rendicontato una spesa pari a 76 milioni di euro e liquidato fino ad oggi solo 28 milioni di euro. Solo per finire le opere di messa in sicurezza servono altri 40 milioni di euro.