L’Aquila. La Guardia di Finanza di Trento ha scoperto un’associazione a delinquere operante in diverse regioni dedita al “card sharing” e cioe’ alla condivisione illecita, attraverso la rete, dei servizi di alcune tra le maggiori piattaforme televisive a pagamento.
L’operazione, condotta in collaborazione con diversi Reparti del Corpo, ha consentito di emettere 92 provvedimenti di perquisizione e sequestro in Trentino Alto Adige, Lazio, Abruzzo, Veneto e Calabria.
L’indagine, durata circa un anno e’ stata condotta dall’unita’ di ricerca informativa del Comando Provinciale di Trento ed e’ stata coordinata dalla Procura distrettuale della Repubblica di Trento. Sono stati sequestrati decoder e apparati informatici decine di hard disk, utilizzati sia dagli associati sia dai clienti. Le indagini hanno permesso di denunciare tutti e nove i componenti dell’associazione per delinquere (2 residenti in provincia di Trento, 5 a Roma, 1 a Viterbo ed 1 a L’Aquila) nonche’ di identificare e segnalare 83 clienti (28 residenti in Trentino, 50 a Roma, 2 a L’Aquila, 1 a Rieti, 1 a Verona ed 1 a Cosenza), anch’essi destinatari delle perquisizioni in atto e, in quanto utilizzatori dei decoder modificati e dell’illecito servizio, passibili di sanzioni penali.
Ad Avezzano, le Fiamme Gialle Trentine hanno individuato e sequestrato una postazione informatica connessa alla rete che costituiva la base operativa da dove venivano decodificati i segnali audiovisivi protetti e trasmessi in tempo reale via web ai clienti, attraverso alcuni server di “appoggio” altamente performanti situati all’estero. Con un canone mensile, l’organizzazione forniva ai clienti le keys digitali di accesso ai server esteri, necessarie per leggere in chiaro tutti i programmi televisivi a pacchetto e pay per view di alcune tra le maggiori societa’ di settore, attraverso apparati in gran parte forniti dalla stessa organizzazione (decoder client) gia’ modificati per la ricezione delle trasmissioni O.I.P. (over internet protocol). Il servizio offerto dall’organizzazione, in piena distorsione del mercato di settore, comprendeva la totalita’ dei pacchetti e programmi televisivi forniti a pagamento, in particolare, Sky e Mediaset Premium. con un risparmio che arrivava anche all’80% del listino ufficiale, a cui si affiancava un’assistenza h24, 7 giorni su 7, sia on-line (telefonica ed in remoto via internet), sia a domicilio, nei casi in cui risultava necessario intervenire di persona sull’apparecchio di ricezione modificato. E’ emerso che la stessa organizzazione rivendicava, nel tempo, alcune centinaia di clienti in tutta Italia, tra cui gli attuali destinatari dei provvedimenti di perquisizione emessi dall’Autorita’ Giudiziaria di Trento, individuati anche attraverso diversi accertamenti finanziari su carte prepagate e conti correnti. Il danno al mercato di settore puo’ essere stimato in circa un milione di euro, con un conseguente danno per l’Erario derivante dal mancato introito della relativa tassazione fiscale.