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L’Aquila, polemica Cisl-Venturoni sui fondi del San Salvatore

“La reazione scomposta dell’assessore regionale alla sanità, Lanfranco Venturoni, che minaccia denunce a quanti osano sottolineare la gravità della situazione della sanità aquilana, conferma quanto asserito finora: l’inserimento dei 47 milioni di euro dell’assicurazione stipulata per l’ospedale San Salvatore nel bilancio della nuova Asl unica. E più propriamente, come affermato dallo stesso Venturoni, soldi utilizzati nel bilancio 2009 per contenere il passivo, quindi non direttamente investiti sull’ospedale aquilano”.

Risponde così Gianfranco Giorgi, segretario regionale della Cisl, alla conferenza stampa indetta dal manager della Asl aquilana e dall’assessore alla sanità nei giorni scorsi.

“Le affermazioni di Venturoni” dice Giorgi “sono un segnale di grande nervosismo. I regolamenti dei conti della politica non ci interessano. Ci interessa, invece, non essere trattati come fa Venturoni, da ignoranti e mistificatori. E soprattutto, ci interessa il bene dell’Aquila“.

Il sindacalista ricorsda che, in occasione del terremoto, erano stati assegnati in via preferenziale all’Aquila 35 milioni di euro del fondo per l’edilizia sanitaria, utilizzati per la ricostruzione dell’ospedale San Salvatore. “Inoltre” prosegue “a fronte di una mobilità passiva della Asl aquilana nel 2009, si è registrata una mobilità attiva nelle altre Asl abruzzesi, dovuta proprio al sisma, che ha spostato molti aquilani sulla Costa. Infine, i 47 milioni dell’assicurazione compaiono nel nostro bilancio, ma vengono rendicontati anche nel bilancio della Regione a vantaggio del contenimento dei debiti della sanità abruzzese”.

A questo punto, la Cisl pone un interrogativo: i fondi dell’assicurazione verranno utilizzati solo per il San Salvatore o per gli ospedali di tutta la provincia? “E’ L’Aquila che ha subito il terremoto” aggiunge Giorgi. “E’ L’Aquila che si trova con una città distrutta e un ospedale a metà, con gravi disagi per gli utenti e per il personale. Invitiamo l’assessore Venturoni a visitare il nostro ospedale in modo da rendersi conto di persona di quante carenze ancora ci siano per riportare la struttura sanitaria ai livelli di un tempo. E’ scandaloso che di fronte ad un sisma come quello che ha colpito L’Aquila, siano gli stessi abruzzesi a tentare il colpo grosso, mentre dal resto d’Italia gli aquilani hanno ricevuto solo conforto e grande solidarietà. Gli aquilani non hanno bisogno dell’ironia dell’assessore. Ne’ Venturoni può pensare di intimorire un’intera città che è pronta a scendere in campo in difesa dei propri diritti. La sanità è un bene primario. L’ospedale dell’Aquila ha ancora necessità di ristrutturazione, adeguamento, potenziamento dei servizi e fondi a disposizione. Chiediamo al presidente Gianni Chiodi, che è anche commissario per la ricostruzione, di sostenere con forza la causa aquilana. Il bene della nostra città è il bene dell’intera regione. E’ cieco e sprovveduto chi questo non lo ha capito“.

Non tarda ad arrivare la replica dell’assessore Venturoni.

“Più che una reazione scomposta” dice “la mia è una reazione indignata allo sciacallaggio politico che è più contagioso di un virus. Cominciamo con il dire che è falso ciò che afferma la Cisl, quando dice che i 47 milioni di euro compaiono anche nel bilancio della Regione ( dove non compaiono affatto) per contenere i debiti della sanità abruzzese. E’ vero, invece, che i fondi sono stati iscritti nel bilancio della Asl dell’Aquila. E’ vero anche che, dopo il sisma, tutti gli accordi in essere con lo Stato sono stati rimodulati pro l’Aquila e, tra questi, anche quelli che facevano riferimento all’ex art. 20 per le infrastrutture ospedaliere. Ed infatti sull’ospedale si è intervenuti. E’ falso, invece, che ci sia nella Giunta regionale una sensibilità da colpo grosso, come la Cisl incautamente afferma nel tentativo di praticare la controinformazione a quanto abbiamo fatto sul debito della Asl aquilana e per ridare operatività al San Salvatore”.

In conclusione, Venturoni sostiene che “non giova al prestigio e al buon nome dell’Aquila farsi suggestionare da una classe dirigente che rimesta nel torbido. Ciascuno sa il suo: noi come Governo regionale sappiamo che dobbiamo ricostruire non solo L’Aquila, ma anche il pesante deficit sanitario dell’Abruzzo, da cui dipende il futuro dell’Aquila e di tutti noi”.