L’Aquila. Trafugati gli stipiti risalenti all’800 della storica fontana di Paganica. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della locale stazione di Paganica interpellati dal presidente dell’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico di Paganica e San Gregorio.
Un’opera di proprietà del Comune dell’Aquila molto importante per la collettività della frazione dal punto di vista sociale oltre che estetico ed architettonico. La storica fontana, una volta abbeveratoio, con lavatoio coperto, in località Sant’Antonio, è stata oggetto di un’efficace azione di restauro e risanamento conservativo. La restaurazione si era concretizzata un anno prima del sisma del 2009, grazie all’azione congiunta e alla felice sinergia tra l’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico di Paganica e San Gregorio, che aveva impegnato risorse proprie, la Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo, che aveva utilizzato i fondi del Ministero e curato l’intervento, e la BCC di Paganica che aveva contribuito al restauro con una sponsorizzazione alla terza fase del restauro. I lavori di costruzione della fontana, che è parte integrante della storia di questo versante del territorio aquilano, risalgono all’800. La fonte infatti fu fortemente voluta dall’allora Comune di Paganica, che ritenne necessario mettere a disposizione dei cittadini un’opera che avrebbe assicurato l’acqua alla popolazione meno abbiente. L’opera venne completata nei primi anni del ‘900, segnando la vita di Paganica per la sua funzione multipla: tra le altre cose, abbeverare gli animali, lavare i panni, permettere l’igiene personale e l’approvvigionamento d’acqua e il ristoro durante la stagione estiva.
“L’ennesimo furto a danno di un’intera collettività – ha dichiarato il presidente degli Usi Civici di Paganica e San Gregorio Fernando Galletti – Come Amministrazione rivolgiamo un appello alla comunità e invitiamo chiunque abbia visto qualcosa a denunciare tutto agli organi inquirenti. Recentemente anche la città gemellata tedesca di Rottweiller aveva manifestato l’interesse a provvedere al restauro della fonte da sempre testimone dell’incessante scorrere di una comunità orgogliosamente contadina, piccolo foro di adunanze, di lavoro, di fatiche condivise.”