Pescasseroli, scoperta mega pianta di marijuana in una villetta: coltivata dalla mamma per sbaglio FOTO

Pescasseroli. Madre e figlio avevano deciso di far crescere e coltivare una gigantesca pianta di marijuana all’interno del giardino della loro villetta ubicata a Pescasseroli. La Squadra Mobile, fermando, durante un controllo antidroga fatto a l’Aquila alcuni giovani consumatori di marijuana, sono venuti a conoscenza di alcuni luoghi di rifornimento in provincia, tra cui uno in zona Pescasseroli, che riforniva l’area sulmonese.

Pertanto, a seguito di accertamenti info investigativi personale della Sezione Antidroga, sono risaliti ad un’abitazione di Pescasseroli, dove, tra l’altro, vive un ragazzo, tratto in arresto per spaccio di droga, sia nel 2001 che nel 2004.

Fatto un sopralluogo all’esterno hanno notato quella che sembrava una piccola piantagione di marijuana: così hanno effettuato d una perquisizione domiciliare che ha consentito di rinvenire 1 pianta di sostanza stupefacente, alta circa 3 metri e talmente sviluppata in larghezza, da dare la percezione che vi fossero più piante coltivate.

All’interno dell’abitazione, presenti madre e figlio: quest’ultimo, interpellato in merito, non ha rivendicato la proprietà della pianta di marijuana, mentre lo ha fatto la madre, la quale ha riferito spontaneamente che la pianta di marijuana presente nel giardino della loro abitazione, l’aveva seminata lei nel mese di maggio 2015 insieme ad altri semi di fiori, regalatigli qualche anno prima, senza conoscerne la natura.

Le dichiarazioni della donna, priva di precedenti penali specifici (a suo carico ma solo una segnalazione risalente all’anno 2007 per minacce, ingiurie e diffamazione), sembrano finalizzate, secondo le forze dell’ordine, a proteggere il figlio da responsabilità,. C. D. P, 58enne, è stata quindi segnalata in stato di libertà per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti.

Per quanto concerne la sostanza stupefacente sequestrata, dopo che il narcotest ne ha confermato l’origine, ovvero marijuana, è stata inviata all’ARTA per le successive analisi di laboratorio.

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