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L’Aquila, Mons. Molinari ai politici: “Non abbandonate questa città”

L’Aquila. ”Il pianto, la solidarietà, la condivisione del dolore sono già doni grandi. Ma penso che in questo momento e nei giorni che verranno la nostra città e tutti gli aquilani avranno bisogno non di belle parole, di promesse che non costano nulla, ma di gesti di solidarietà e di aiuto di estrema concretezza”.

Sono parole dirette e sincere quelle dette oggi, nell’omelia pronunciata durante la messa in suffragio celebrata nella chiesa delle Anime Sante, voluta dal Consiglio regionale d’Abruzzo, dall’arcivescovo dell’Aquila, Mons. Giuseppe Molinari.

Il presule si è rivolto direttamente ai tanti amministratori presenti.

“Si sente spesso parlare male della politica. Purtroppo, come in tutti i settori della vita sociale, non mancano anche tra voi delle ombre. E queste ombre spesso vengono sottolineate e pubblicizzate più che per altre categorie. Forse perchè siete persone non solo con un ruolo importante ma anche con maggiore visibilità del vostro operato, che è continuamente sotto gli occhi di tutti. Ma è un male per tutta la società vedere il ruolo degli amministratori e dei politici spesso così disprezzato e quasi privato di ogni valore per quel che concerne il bene di tutta la comunità civile. Io vi auguro, invece, di prendere sempre più coscienza dell’importanza e della bellezza della vostra vocazione”.

Citando poi grandi pontefici, da Pio XI a Giovanni Paolo II, Mons. Molinari ha invitato ancora una volta i cattolici ad impegnarsi per il bene comune, perché anche questo significa fare politica, una “buona politica”.

Vi starete chiedendo perchè l’arcivescovo parla della vocazione politica e non di terremoto. Per il motivo che ho già accennato prima. L’Aquila dopo il sisma è diventata più povera e più vulnerabile, soprattutto per quanto riguarda il lavoro e lo sviluppo economico. Io vorrei supplicarvi davanti ai nostri 308 morti: non abbandonate questa città! Non permettete che muoia. Ho davanti agli occhi lo spettacolo, che ogni volta mi turba profondamente, di uomini e donne di tutte le età, ma soprattutto di giovani, che cercano disperatamente un lavoro. Spesso rifiutano altri tipi di aiuto, e lo fanno con fermezza e tanta dignità. Soprattutto se sono giovani e pensano al loro futuro sognano un lavoro stabile, dignitoso, che li faccia uscire da una situazione di precarietà”.

Molinari chiede, dunque, ai politici “responsabilità”, in una città dove la politica si è ridotta a litigi, conflitti, beghe assurde, corruzioni, dilapidazione dei soldi destinanti ai cittadini, soprattutto ai più deboli e indifesi.

Ha quindi auspicato che L’Aquila e l’Abruzzo diventino un giorno un grande laboratorio di un nuovo modo di fare politica e di amministrare.

”Il terremoto” ha concluso “è stata una tragedia immensa. Ma se ci avrà insegnato a mettere da parte tutte le polemiche sterili, le ideologie che dividono, gli interessi privati, che spesso tentano di avere il sopravvento sulla ricerca del bene comune, potremo dire che la tragedia non ha portato solo distruzione, dolore e morte”.