L’Aquila. “Nella tragedia, l’Italia si è dimostrata unita e generosa con gli aquilani e lo Stato ha fatto lo Stato, con tempestività ed efficienza”. Sono le parole del presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, intervistato dal quotidiano “Il Centro” in merito a questo primo anno dalla tragedia del sisma del 6 aprile 2009.
Il presidente ha ammesso la necessità di tempi lunghi prima di veder risorgere dalle macerie il capoluogo abruzzese, ma ha anche ricordato la presenza di un decreto ad hoc (il “Decreto terremoto”) che assegna, per la prima volta in Italia, ben 8,6 miliardi di euro alla ricostruzione de L’Aquila. “Lo sgombero delle macerie, bloccato dieci mesi fa dal Comune de L’Aquila, sta avvenendo e la ricostruzione è già partita” precisa meglio Berlusconi. “Nell’attesa, tutti vivono in una situazione dignitosa in case confortevoli e sicure. Per tornare alla normalità ci vorrà del tempo, ma gli abruzzesi sanno bene che il governo ha fatto per loro tutto il possibile con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Gli aquilani riavranno la loro città”.
Una ricostruzione, dunque, assolutamente differente, secondo il presidente del Consiglio, rispetto a quanto avvenuto in passato con gli sprechi e i ritardi del Belice, dell’Irpinia e dell’Umbria. Per far questo, Berlusconi assicura ancora la sua presenza a L’Aquila, dove tornerà a breve. “Seguirò con grande attenzione le fasi della ricostruzione” promette in proposito. “Davanti alle bare allineate a Coppito ho preso un preciso impegno. Sarò al fianco degli aquilani fino a quando L’Aquila non tornerà al suo splendore”.
“Lo sforzo di ricostruzione de L’Aquila sia da esempio per affrontare le sfide che il Paese è chiamato ad affrontare”. È, invece, l’auspicio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nel messaggio alla popolazione colpita inviato in occasione del primo anniversario del terremoto in Abruzzo, il presidente ricorda che di fronte a questa tragedia “l’Italia si unì con esemplare slancio”. Dagli abruzzesi dignità e fierezza, ha continuato poi Napolitano, che ha elogiato l’insostituibile apporto dei volontari.
“Non è stato un anno passato invano”, ha invece detto il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso.
Dello stesso avviso anche Massimo Cialente, sindaco de L’Aquila, che ha dichiarato: “Molto è stato fatto, ma tantissimo resta ancora da fare per ricostruire L’Aquila e farla ripartire’. Il primo cittadino sintetizza così la situazione a un anno dal terremoto che devastò la città. Ciò che sta a cuore al sindaco è la ricostruzione: “Abbiamo un tessuto sociale, economico e produttivo da ricostruire” ha, infatti, puntualizzato. “Non basta la buona volontà, occorrono anche i finanziamenti”.
Stanotte sono in programma le celebrazioni con la fiaccolata e la messa. In particolare dai paesi del circondario partiranno quattro staffette per raggiungere piazza Duomo dove, alle 21.30, comincerà un Consiglio comunale straordinario. Alle 22 partiranno fiaccolate da quattro quartieri, con convergenza alla Fontana Luminosa e prosecuzione per alcune strade della ”zona rossa”, fino ad arrivare alle ore 3 del 6 aprile a piazza Duomo, dove alle 3.32 – l’ora della scossa disastrosa – ci sarà la lettura dei nomi di tutte le vittime, scandita da rintocchi di campana. Contemporaneamente saranno accese luci in tutto il centro storico. Alla stessa ora, in località Acquasanta, si concluderà una maratona di 12 ore di spettacoli promossa dal Teatro Zeta. Alle 4, all’Aquila, messa solenne in suffragio delle vittime nella basilica di Collemaggio.
Le priorità. ”Le priorità per la rinascita de L’Aquila sono lavoro ed economia”. Lo dice il prefetto del capoluogo abruzzese Franco Gabrielli. A un anno dal sisma del 6 aprile, il prefetto ha tracciato oggi un bilancio che ritiene positivo sia sotto il profilo dell’assistenza alle popolazioni e della realizzazione di strutture importanti e urgenti, sia sotto quello della lotta – che proseguirà – per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nei lavori per la ricostruzione”.
L’Aquila. “Nella tragedia, l’Italia si è dimostrata unita e generosa con gli aquilani e lo Stato ha fatto lo Stato, con tempestività ed efficienza”. Sono le parole del presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, intervistato dal quotidiano “Il Centro” in merito a questo primo anno dalla tragedia del sisma del 6 aprile 2009.
Il presidente ha ammesso la necessità di tempi lunghi prima di veder risorgere dalle macerie il capoluogo abruzzese, ma ha anche ricordato la presenza di un decreto ad hoc (il “Decreto terremoto”) che assegna, per la prima volta in Italia, ben 8,6 miliardi di euro alla ricostruzione de L’Aquila. “Lo sgombero delle macerie, bloccato dieci mesi fa dal Comune de L’Aquila, sta avvenendo e la ricostruzione è già partita” precisa meglio Berlusconi. “Nell’attesa, tutti vivono in una situazione dignitosa in case confortevoli e sicure. Per tornare alla normalità ci vorrà del tempo, ma gli abruzzesi sanno bene che il governo ha fatto per loro tutto il possibile con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Gli aquilani riavranno la loro città“.
Una ricostruzione, dunque, assolutamente differente, secondo il presidente del Consiglio, rispetto a quanto avvenuto in passato con gli sprechi e i ritardi del Belice, dell’Irpinia e dell’Umbria.
Per far questo, Berlusconi assicura ancora la sua presenza a L’Aquila, dove tornerà a breve. “Seguirò con grande attenzione le fasi della ricostruzione” promette in proposito. “Davanti alle bare allineate a Coppito ho preso un preciso impegno. Sarò al fianco degli aquilani fino a quando L’Aquila non tornerà al suo splendore”.
“Lo sforzo di ricostruzione de L’Aquila sia da esempio per affrontare le sfide che il Paese è chiamato ad affrontare”. È, invece, l’auspicio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nel messaggio alla popolazione colpita inviato in occasione del primo anniversario del terremoto in Abruzzo, il presidente ricorda che di fronte a questa tragedia “l’Italia si unì con esemplare slancio”. Dagli abruzzesi dignità e fierezza, ha continuato poi Napolitano, che ha elogiato l’insostituibile apporto dei volontari.
“Non è stato un anno passato invano”, ha invece detto il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso.
Dello stesso avviso anche Massimo Cialente, sindaco de L’Aquila, che ha dichiarato: “Molto è stato fatto, ma tantissimo resta ancora da fare per ricostruire L’Aquila e farla ripartire”. Il primo cittadino sintetizza così la situazione a un anno dal terremoto che devastò la città. Ciò che sta a cuore al sindaco è la ricostruzione: “Abbiamo un tessuto sociale, economico e produttivo da ricostruire” ha, infatti, puntualizzato. “Non basta la buona volontà, occorrono anche i finanziamenti”.
Stanotte sono in programma le celebrazioni con la fiaccolata e la messa. In particolare dai paesi del circondario partiranno quattro staffette per raggiungere piazza Duomo dove, alle 21.30, comincerà un Consiglio comunale straordinario. Alle 22 partiranno fiaccolate da quattro quartieri, con convergenza alla Fontana Luminosa e prosecuzione per alcune strade della ”zona rossa”, fino ad arrivare alle ore 3 del 6 aprile a piazza Duomo, dove alle 3.32 – l’ora della scossa disastrosa – ci sarà la lettura dei nomi di tutte le vittime, scandita da rintocchi di campana. Contemporaneamente saranno accese luci in tutto il centro storico. Alla stessa ora, in località Acquasanta, si concluderà una maratona di 12 ore di spettacoli promossa dal Teatro Zeta. Alle 4, all’Aquila, messa solenne in suffragio delle vittime nella basilica di Collemaggio.
Le priorità. ”Le priorità per la rinascita de L’Aquila sono lavoro ed economia”. Lo dice il prefetto del capoluogo abruzzese Franco Gabrielli. A un anno dal sisma del 6 aprile, il prefetto ha tracciato oggi un bilancio che ritiene positivo sia sotto il profilo dell’assistenza alle popolazioni e della realizzazione di strutture importanti e urgenti, sia sotto quello della lotta – che proseguirà – per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nei lavori per la ricostruzione”.