Omicidio Ateleta, rinviata l’udienza davanti al Gup

_cronaca-genericoSulmona. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Roberto Amatore, ha rinviato l’odierna seduta per stilare un calendario e consentire alle parti di avere più tempo a disposizione.

Il 7 aprile sarà il pubblico ministero, Aura Scarsella, ad esporre i fatti secondo le ricostruzioni effettuate in sede di indagine, mentre il 20 aprile toccherà agli avvocati difensori dei due imputati, Antonio Di Bucci e Rita Guerra, accusati di omicidio premeditato, distruzione e occultamento di cadavere del cameriere di Ateleta, Giuseppe Petrilli. Per quanto riguarda la parte civile rimane in piedi la sola costituzione di Franco Petrilli, fratello del defunto Giuseppe, dopo la rinuncia dei figli di quest’ultimo. I fatti risalgono al 7 dicembre del 2003, quando Giuseppe Petrilli fu ritrovato morto a bordo della sua auto in una scarpata al chilometro 8 della strada provinciale 84, tra Roccaraso, dove lavorava e Ateleta, dove viveva. In un primo momento si pensò ad un incidente stradale dovuto al fondo ghiacciato, ma dopo i rilievi gli agenti della Polizia stradale notarono che qualcosa non quadrava nella dinamica. L’auto trovata dai soccorsi era completamente distrutta dalle fiamme, tanto che la stessa identificazione di Petrilli risultò difficile. Furono avviate le indagini, condotte dal Pm della Procura della Repubblica di Sulmona Aura Scarsella. Dopo cinque mesi dall’apertura del fascicolo fu chiesta la riesumazione del cadavere di Petrilli per eseguire l’esame autoptico, a seguito del quale emerse che era morto per un colpo alla testa sferrato con un oggetto contundente e che gli arti erano parzialmente mutilati. Nei confronti di Di Bucci, presunto amante di Rita Guerra, il 13 luglio 2007 scattò l’arresto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare. La prima udienza preliminare si concluse il 16 giugno del 2008 con l’ordinanza del gup Massimo De Cesare, la quale stabiliva la remissione degli atti al Pm Aura Scarsella, in quanto i fatti, così come descritti, non collimavano con la tempistica di esecuzione del presunto delitto. Con la stessa ordinanza il gup scarcerò Di Bucci, fino ad allora detenuto in custodia cautelare presso il carcere di Pescara. Su appello presentato dal Pm Aura Scarsella, avverso la scarcerazione, il Tribunale del Riesame dell’Aquila stabilì che Antonio Di Bucci non poteva soggiornare nei comuni che ricadono nella competenza del Tribunale di Sulmona.

 

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