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L’Aquila, non si ferma il Popolo delle Carriole

L’Aquila. Il Popolo delle Carriole va avanti a testa alta e decide di non fermarsi. Quelle macerie fanno male al cuore, ai ricordi, alla speranza per un futuro di rinascita. 

“A quasi un anno dal terremoto” scrivono in una nota “siamo ancora con la città piena di macerie, così come ce le ha lasciate la scossa delle 3 e 32 del 6 aprile 2009. Nulla è stato fatto fino ad ora e, vista l’inerzia assoluta, noi cittadini abbiamo deciso di fare da soli. Non abbiamo alcuna fiducia in chi ci ha governato, sia dal centro che in periferia, né destra, né sinistra, una classe dirigente esausta. Il nostro sforzo di fare da soli, tuttavia, viene ostacolato dai politici locali e strumentalizzato in ogni modo: ci pongono ostacoli di ogni tipo e poi vengono alle manifestazioni, in giacca e cravatta o abiti di gala, a pontificare con le televisioni strumentalizzando le nostre manifestazioni”.

E da questo scaturisce la rabbia, che cresce ogni giorno di più.

“Abbiamo tollerato il comportamento la prima settimana, la seconda, abbiamo evitato incidenti la terza, ma non ce la sentiamo di garantire oltre. Il popolo delle carriole vuole lavorare alle proprie macerie e non tollererà più strumentalizzazioni di sorta”.

L’intento è ora quello di “prevenire incidenti in occasione della quarta domenica di impegno nella differenziazione e rimozione delle macerie da Piazza Palazzo. Ci lascino lavorare e vadano a lavorare”.

Questo è il Popolo delle Carriole-pensiero, un movimento che nasce proprio su iniziativa di alcuni cittadini aquilani che chiedono con forza la riapertura della città, della quale vogliono riappropriarsi.

Partecipazione e trasparenza”, questo chiedono. “Vogliamo che le macerie non siano l’ennesimo appalto da esternalizzare, ma una risorsa per la città, secondo una logica ecosostenibile del riciclo”.

Un movimento che chiede che “le istituzioni riconoscano le proprie responsabilità e ammettano gli errori fatti, al netto della convenienza mediatica, politica, elettorale. Un movimento che vuole unire, non dividere e che risponde all’esigenza di socialità dell’Aquila”.

Per questo, chiedono ai politici “di tutte le parti, fazioni e colori, di non prendere parte alle giornate di lavoro organizzate spontaneamente, ma di consentirne lo svolgimento in sicurezza, senza scontro, ma con la collaborazione delle forze dell’ordine”.

Marina Serra