L’Aquila.“I miei ricorsi nelle sedi giudiziarie, per avere il risarcimento per ingiusta detenzione, dopo aver avuto l’assoluzione dopo sei anni di carcere, sono stati respinti in base a giudizi morali su mie presunte cattive frequentazioni. Una grande delusione e una forte ingiustizia”. Cosi’ l’aquilano Giulio Petrilli in una nota di ‘riflessione’.
“Che l’assoluzione nel giudizio riparatorio non debba contare nulla, credo – prosegue Petrilli – che vada contro tutti i principi basilari del diritto. Mi impegnerò sempre affinchè questo scandaloso comma, inserito nel nostro codice penale venga abolito. Parliamo – spiega – del primo comma dell.art 314 del Codice penale, che stabilisce il non risarcimento nonostante l’assoluzione, quando hai concorso per dolo o colpa grave al tuo arresto, con ‘frequentazioni sbagliate’.
A fronte di queste grandi delusioni, ci sono belle soddisfazioni, che forse ripagano molto di più di un doveroso riparatorio risarcimento economico. Soddisfazioni – fa sapere Petrilli – come quella di avere i propri interventi pubblicati nella prefazione di alcune tesi di laurea in prestigiose università di Modena e Bruxelles. Ma francamente – conclude la nota – mi arrivano diverse richieste in tal senso e questo un po’ mi ripaga delle incredibili sconfitte giudiziarie”.