Vasto. “Plurime violazioni di leggi nazionali e addirittura comunitarie sull’ambiente, informative già inviate alla Procura e altre in itinere: è un vero e proprio j’accuse quello di carabinieri, Prefettura e altri enti alla base del “no” alla tappa vastese del Jova Beach Party”.
Si legge così in una nota della Stazione Ornitologica Abruzzese, che prosegue: “Come al solito al can can delle dichiarazioni e degli slogan di improvvisati bempensanti e politici indignati ma disinformati è meglio rispondere con gli atti e i fatti.
La lettura del verbale delle riunioni in Prefettura e i molteplici allegati evidenziano enormi problematiche ambientali e procedure di legge che appaiono violate più volte tanto da meritare, appunto, le durissime valutazioni degli enti e delle autorità.
In primo luogo, Carabinieri e Guardia di Finanza evidenziano come sia del tutto inconcepibile pensare di portare 30.000 persone su Fosso Marino, un corso d’acqua classificato ufficialmente a rischio idrogeologico molto elevato.
Poi si passa alla questione delle autorizzazioni sui lavori già effettuati sullo stesso Fosso con la distruzione della vegetazione. Da quella paesaggistica, dove la Sovrintendenza mette nero su bianco di non essere stata informata, a quella mancante dell’Autorità di Bacino. La Regione Abruzzo fa mettere a verbale che sarebbero state compiute violazioni della normativa ambientale comunitaria, tanto da dover coinvolgere il Ministero dell’Ambiente (finora incredibilmente silente nonostante sia stato oggetto dell’invio dei plurimi esposti di SOA e altre associazioni a scala nazionale).
Addirittura lo stesso comune avrebbe fatto proprio il piano del proponente sull’uso di fuochi violando le sue stesse prescrizioni sulla Valutazione di Incidenza Ambientale che li vietavano!
Infine tra le righe negli allegati ci sono anche ulteriori riferimenti ad un’informativa alla Procura per le concessioni balneari.
A questo si aggiungono enormi criticità di carattere logistico e di sicurezza. Anche su questo vogliamo sottolineare che di fatto derivano da una questione ambientale e urbanistica: la scelta di non voler fare l’evento in uno stadio normalmente attrezzato con parcheggi, vie di fuga, aree di filtraggio ecc ma di voler trasformare ex novo una spiaggia in un’arena concerti.
È questo l’errore originale dell’idea del Jova Beach Party, tanto che oltre a quelle di Fosso Marino con i pesci morti a seguito dei lavori del Comune basta guardare le immagini dall’alto di Roccella Jonica o quelle di Cerveteri con le dune completamente devastate dalle ruspe per rendersi conto che l’unico messaggio ambientale che sta arrivando è quello che si può occupare e trasformare ai fini di un profitto milionario aree naturali o semi-naturali per un concerto.
La stessa ISPRA, il massimo organo dello Stato in materia ambientale, ha voluto mettere nero su bianco in un duro documento tutte le criticità dell’iniziativa a Roccella Jonica (e alleghiamo le immagini del prima-dopo che sono inequivocabili).
Per questo la SOA rivolge un nuovo appello al WWF che ha dato il suo fattivo patrocinio al Jova Beach Party. Sicuramente il suo coinvolgimento è partito con le migliori intenzioni, anche se da subito erano stati sollevati pesanti dubbi. Poi questi dubbi si sono trasformati in incubi per tante specie animali e vegetali sotterrati dalle ruspe, violando proprio quei concetti di gestione sostenibile della spiaggia che da sempre anche il WWF ha cercato di divulgare. Le immagini e i documenti ormai sono chiari. Se a questo aggiungiamo la beffa di vedere distribuire durante l’evento centinaia di migliaia di bottiglie di plastica per l’acqua, rendendo poco credibile il messaggio plastic-free, crediamo ce ne sia abbastanza per interrompere questa collaborazione schierandosi con le tante associazioni e i tantissimi cittadini, soci WWF compresi (basta vedere i commenti sui post della pagina fb dell’associazione), che da mesi protestano e scrivono documenti che un tempo anche il WWF avrebbe sottoscritto senza problemi per evitare danni all’ambiente.
Ovviamente seguiremo l’evolversi della situazione a Vasto avendo già inviato plurimi esposti, collaborando con gli attivisti delle altre realtà nazionali affinché siano evidenziate le responsabilità e non si ripetano più tour di questo genere sulle spiagge e in altri luoghi con elementi di naturalità che devono essere lasciati ad una fruizione leggera rispettosa della biodiversità”.