Vasto. Distruzione delle cannucce di palude utili alla fitodepurazione, corso d’acqua naturale intubato in contrasto con le norme regionali che vietano i tombamenti, 80.000 euro spesi in palese violazione delle previsioni del Piano del demanio marittimo con l’incomprensibile ok della Capitaneria: what else?
“Si è preferito, tra il giubilo e l’approvazione di troppi enti, mettere letteralmente l’inquinamento sotto al tappeto di sabbia intubando Fosso Marino, un corso d’acqua naturale, per spedirlo direttamente in mare invece di cercare di scarichi abusivi e preservare le cannucce di palude che sono state distrutte e ora dobbiamo commentare il divieto di balneazione imposto per superamento dei limiti di legge nel tratto di mare antistante” così Massimo Pellegrini, presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese e laureato in scienze naturali.
“Per chi si occupa da decenni di ecologia, la branca della scienza che studia i rapporti tra organismi e ambiente, il cosiddetto dibattito su fosso Marino con destinazione a sede per il Jova Beach party è stato letteralmente deprimente – continua Pellegrini. Dopo decenni di chiacchiere sulla diffusione di basilari nozioni scientifiche ci siamo trovati di fronte un comune che considera erbe infestanti la cannuccia di palude, una pianta non solo autoctona propria delle sponde dei corsi d’acqua come fosso Marino ma che viene addirittura venduta in commercio per gli impianti di fitodepurazione. Il comune di Vasto invece ha preferito vellicare la pancia delle persone con disinformazione e questi sono i risultati. Addirittura hanno pure distrutto quella parte di vegetazione dunale che lo stesso consulente del comune aveva detto di proteggere. Gli enti, a cominciare dalla capitaneria di Porto, con tanto di foto ricordo abbracciati a uso dei social, che dire irrituale è poco, gli sono andati dietro. Come SOA avevamo proposto semplicemente di applicare quanto previsto dai piani demaniali vigenti, regionale e comunale, e, cioè:
a)rinaturalizzare il fosso demolendo quanto più possibile il cemento che lo copre proprio per espandere la cannuccia di palude;
b)migliorando quali-quantitativamente le caratteristiche della vegetazione dunale;
c)predisporre percorsi didattici;
d)cercare e sanzionare gli scarichi abusivi.
Si è fatto il contrario peggiorando la situazione. Si parla di turismo e si hanno i divieti di balneazione. Si parla di spiaggia e si spiana qualsiasi forma di vita per un concerto. Voglio ricordare che, seppur con interventi molto limitati, parziali e sicuramente migliorabili, il Comune di Pescara ha recentemente inaugurato due ecospiagge con piantumazione di specie dunali dando, almeno sotto l’aspetto culturale, un segnale di attenzione. Anche su questo aspetto Vasto ha fatto il contrario. A parte le foto sui social, la Capitaneria di Porto cosa intende fare per applicare il Piano del Demanio comunale e risolvere l’inquinamento del mare?”.