Chieti. “Dopo il comunicato dei sindacati firmatari, Fiom compresa, in merito alla cassa integrazione per circa 500 dipendenti della Sevel dal 15 al 30 giugno, arriva un altro comunicato questa volta della Direzione Aziendale in cui si annuncia il fermo produttivo per 3 giorni dal 15 al 17 giugno. I lavoratori della Sevel hanno subito un accordo imposto da azienda e sindacati contro il loro volere e pretendono il rispetto dell’accordo “pagliacciata”. Non vi è l’esigenza di lavorare su 6 giorni, gli operai chiedono il ritorno alla precedente turnazione”.
Si legge così in una nota del Coordinamento Provinciale USB lavoro privato di Chieti, che prosegue: “Nel mese di maggio era previsto un incontro tra i sindacati firmatari e la direzione aziendale per la verifica dell’accordo dell’11 dicembre 2019 (accordo sui turni) in merito ad una possibile contrazione della presenza sul posto di lavoro nella giornata del sabato poiché nell’accordo in questione si affermava che “qualora venissero meno le esigenze tecnico produttive e di mercato sarebbe stata ripristinata la precedente turnazione.”
Che l’emergenza Covid-19 abbia rappresentato un evento imprevedibile non ci sono dubbi, ma ricorrere alla cassa integrazione per gestire i ritmi della produzione è sicuramente una trovata di comodo. Non è comprensibile e compatibile lavorare su 6 giorni e poi chiedere ai lavoratori di stare a casa in cassa integrazione per adeguare i flussi produttivi.
Il CCSL, pur limitando l’azione sindacale, prevede uno strumento pe la procedura di raffreddamento: ricorrendo a essa si potrebbero imporre all’azienda le questioni e le problematiche dei lavoratori, ma ci si perde sistematicamente dietro gli interessi di bottega dei vari sindacati firmatari, Fiom Compresa.
Se questo incontro preannunciato e la revisione dell’accordo non dovessero verificarsi nel futuro immediato, ci troveremmo di fronte l’ennesima conferma dell’inutilità di questi sindacati per i lavoratori. Sindacati molto utili invece per l’azienda, completamente asserviti ormai alle esigenze aziendali per meri interessi soggettivi, dimostrando di aver completamente abbandonato gli interessi e le esigenze degli operai Sevel FCA.
Quanto alle voci di possibili ricadute occupazionali, con il ritorno ai 15 turni, ricordiamo che USB ha proposto una turnazione alternativa (4 turni da 6 ore dal lunedì al venerdì + 1 turno da 6 ore al sabato mattina) che permetterebbe di conservare i posti di lavoro, migliorare la vita lavorativa, utilizzare in modo migliore i soldi dello stato usati per la cassa integrazione, ridurre le situazioni di criticità del rischio di contagio da Covid 19, aumentare la capacità produttiva giornaliera, ecc.
Un sindacato che volesse fare il bene dei lavoratori perseguirebbe questa strada, ma è evidente purtroppo che in Sevel ci siano altri interessi a cuore”.