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Stagione balneare al via: Capitaneria di Porto di Ortona al lavoro per la sicurezza e la legalità

Ortona. Con il ponte del 2 giugno si registrano le prime numerose presenze sulle spiagge teatine, e la Capitaneria di Porto di Ortona incrementa l’impiego di pattuglie lungo le coste del litorale e la presenza di mezzi nautici in mare per garantire la massima sicurezza di bagnanti e diportisti.

Ma la sicurezza in mare inizia molto prima dell’estete. Con l’ordinanza balneare infatti, emanata dalla Capitaneria di Porto di Ortona il 12 maggio, e reperibile sul sito internet www.guardiacostiera.gov.it/ortona, sono state approvate le regole di sicurezza a cui cittadini ed operatori del settore dovranno attenersi. Per maggiore praticità, poi, come di consueto, all’ordinanza di sicurezza balneare è stata allegata una check list ad uso dei gestori di stabilimenti balneari, con lo scopo di facilitare l’individuazione dei dispositivi di sicurezza necessari per ogni attività.

Figura fondamentale, poi, per la sicurezza dei bagnanti è quella dei bagnini di salvataggio, e proprio nel mese di maggio solo su Ortona sono stati formati ed abilitati ben 36 nuovi assistenti bagnanti, al termine di un corso di formazione curato dalla Società Nazionale di Salvamento e dalla Federazione Italiana Nuoto. I nuovi assistenti bagnanti, riconosciuti idonei da una commissione presieduta da un Ufficiale delle Capitanerie di Porto, andranno in diversi casi ad affiancare il personale più esperto nelle varie torrette di salvataggio installate su tutto il litorale.

Con l’aumento delle presenze, però, aumenta anche il rischio di attività illecite. E proprio nella scorsa notte personale della Guardia Costiera di Ortona ha individuato e sanzionato un gruppo di pescatori subacquei giunti da fuori regione per la pesca di frodo di ricci e polpi, prodotti assai richiesti dal settore della ristorazione soprattutto nel sud Italia. I pescatori in questione, colti in flagrante in piena notte, sono stati sanzionati con un verbale di 2.000 €, ed il sequestro dell’intera attrezzatura da sub in dotazione, e del pescato (oltre 50 kg di ricci). Tali attività, oltre che illecite, rappresentano anche un concreto rischio per le persone che le praticano: le immersioni in piena notte vengono svolte in maniera prolungata, per prelevare grossi quantitativi di prodotto, e senza i necessari controlli sulla regolarità delle dotazioni e certificazioni sanitarie in possesso; inoltre l’obiettivo di sfuggire ai controlli induce i pescatori di frodo ad operare in solitaria, senza la necessaria assistenza di un mezzo nautico di supporto, e ciò rende il tutto assai più rischioso.