Scomparsa Nicola D’Eramo, Archi rende omaggio al suo artista

Archi. Sarà allestita dal tardo pomeriggio di domani nella sala consiliare del Comune di Archi la camera ardente dell’attore Nicola D’Eramo, scomparso improvvisamente all’età di 68 anni. “Nicola di Roma, l’attore”, così lo chiamavano gli archesi, vanta una carriera artistica invidiabile e un amore indicibile per il paese che gli aveva dato i natali e dove tornava spesso, da Roma, a rifocillarsi nella casa natia e tra gli amici di sempre. È arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia della scomparsa dell’artista ad Archi, dove sarebbe dovuto tornare tra pochissimi giorni.

Noto e apprezzato attore di teatro al quale ha dato tutta la sua vita. Una professione e una passione, quella per il teatro, che custodiva con grande discrezione, nonostante le sue collaborazioni con grossi nomi della scena teatrale italiana. Durante il suo lungo percorso artistico ha avuto modo di interpretare prestigiosi ruoli in spettacoli teatrali che portano la regia di Riccardo Cavallo, Marcello Cava, Giancarlo Nanni, Alessandro Berdini, Memè Perlini, e Giancarlo Sepe, il quale lo ha ricordato come “l’attore complice di tante battaglie teatrali vinte e combattute negli anni d’oro della vita e del teatro che si animava per ogni spirito di giovane appassionato che lo viveva, fin nelle viscere”. Con Sepe ha recitato in numerose pièce teatrali tra le quali “Zio Vania”, “In Albis”, “Accademia Ackermann”, “Iliade” e “Macbeth”.

Lo ricordano con commozione anche al Silvano Toti Globe Theatre di Roma dove ha calcato la scena numerose volte e dove ha fatalmente concluso la sua vita teatrale a settembre scorso con l’ultimo spettacolo “Riccardo III” per la regia di Marco Carniti dove interpretava il ruolo di Re Edoardo IV. Non ha tardato ad arrivare anche l’omaggio del direttore artistico del teatro di Villa Borghese Gigi Proietti che ieri durante i festeggiamenti del finale di stagione del Globe ha salutato la sua triste scomparsa e di sua figlia Carlotta la quale ha commentato sui social così la morte dell’attore: “Ancora non mi abituo all’idea. Mi mancherà il tuo sorriso, il tuo modo di fare così elegante e dolce, la tua grande professionalità”.

Il suo percorso artistico è stato fatto non solo di teatro ma anche di molte apparizioni sul piccolo e grande schermo. Tra i film più conosciuti ai quali ha partecipato spiccano “L’angelo con la pistola” al fianco di Remo Girone, Tahnee Welch ed Eva Grimaldi, e “Il vizietto”, famosa commedia con Ugo Tognazzi. Tra le fiction si annoverano invece “Distretto di polizia”, “Un posto al sole” e “Paolo VI”.

Artista eclettico e uomo umile; Nicola D’Eramo sceglieva con cura cosa interpretare e cosa no. Grande amante della storia, e le sue interpretazioni teatrali lo confermano, era una persona poco incline agli abbagli del successo ma un’artista che si è sempre nutrito di sostanza e umanità. Tutte le scelte che hanno caratterizzato il suo percorso lavorativo sono state mosse da una grande passione per il suo mestiere e sono state sicuramente il frutto di valutazioni fatte con il cuore.

Archi, i suoi compaesani e l’amministrazione comunale hanno deciso di rendergli omaggio per l’ultima volta allestendo per lui la camera ardente nel centro storico del suo amato paese. “Questo vuole essere l’ultimo omaggio – spiega il vice sindaco Nicola De Laurentis – ad un grande artista archese che ha portato il nome del nostro paese nei più grandi teatri italiani”.

E i suoi amici ad Archi lo ricordano così: “E poi arriva un’inaspettata folata di vento che con implacabile dolcezza solleva e porta con sé uno dei più luminosi granelli di sabbia, per farlo splendere per sempre nell’immensità del cielo. Caro Nicola, i tuoi amici ti aspettano ad Archi per salutarti nuovamente”.

Un emozionante messaggio dal quale traspare sicuramente la grandezza di un personaggio che ha fatto della sua semplicità la sua vita. Gli amici di sempre lo attenderanno in paese per quello che sarà non un ultimo saluto ma un caloroso abbraccio, un piccolo gesto per rendere indietro tutta la cultura dispensata ai suoi compaesani in maniera del tutto naturale, soltanto come un grande artista sa fare, e a tratti in modo ironico e pungente, tra un caffè al bar e l’altro.

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