Sabino+Esplodenti%2C+Forum+H2O%3A+%26%238216%3BDubbi+su+VIA%2C+Seveso+e+autorizzazioni+in+tre+esposti%26%238217%3B
abruzzocityrumorsit
/cronaca/cronaca-chieti/sabino-esplodenti-forum-h2o-dubbi-su-via-seveso-e-autorizzazioni-in-tre-esposti.html/amp/

Sabino Esplodenti, Forum H2O: ‘Dubbi su VIA, Seveso e autorizzazioni in tre esposti’

Pescara. “Nelle scorse settimane abbiamo inviato alla Procura di Vasto tre dettagliate segnalazioni riguardanti alcuni aspetti delle procedure autorizzative riguardanti la Sabino Esplodenti al momento del tragico incidente.

In particolare gli esposti vertono sulle questioni attinenti lo stato di applicazione della Direttiva Seveso sulla prevenzione del rischio di incidenti rilevanti (D.lgs.105/2015) e della Valutazione di Impatto Ambientale, comprese quelle di altre autorizzazioni ambientali come Autorizzazione Integrata Ambientale e Autorizzazione Unica Ambientale (D.lgs.152/2006),

Sono tematiche che il Forum H2O ha dovuto affrontare in questi anni, visto quanto accaduto in altri impianti della regione, come i laboratori di fisica del Gran Sasso e lo stoccaggio Stogit di Cupello (CH), dove solo a seguito delle segnalazioni del movimento sono emerse gravissime irregolarità poi sanate. Tra l’altro le procedure di V.I.A., A.I.A/A.U.A. e Seveso sono o, meglio, dovrebbero essere, strettamente collegate come prescrive la normativa vigente.

Per quanto riguarda la Sabino Esplodenti, l’impianto è stato realizzato in epoca antecedente l’entrata in vigore della normativa sulla V.I.A. (1985). Quest’ultima però prescrive che in caso di modifiche all’impianto o di rinnovi di autorizzazione lo stesso debba essere assoggettato alla procedura nel suo complesso valutando tutti gli impatti ambientali.

Ebbene, dal confronto delle foto aeree del 2000, 2007 e 2017 sono emerse importanti modifiche allo stabilimento, che hanno comportato sia evidenti cambiamenti nelle strutture sia ampliamenti, mai assoggettati alla procedura di V.I.A..

Solo nell’agosto 2015 l’azienda deposita la documentazione per la Verifica di Assoggettabilità a V.I.A. ma esclusivamente per un’ulteriore modifica (lo spostamento di alcuni edifici per arretrare le curve di isodanno), procedura che rimane ferma in regione per ben 5 anni, fino a quando, a novembre 2020, il Comitato V.I.A. rilascia un parere favorevole a tali interventi, richiedendo però contestualmente l’avvio della procedura di V.I.A. sull’intero impianto da parte dell’azienda entro 90 giorni (nel giudizio si legge “Si ritiene necessario che la ditta attivi, entro 90 giorni dal presente giudizio, un procedimento di Verifica di Assoggettabilità a V.I.A. o V.I.A. esteso all’intero stabilimento, mai sottoposto alle procedure di nostra competenza, in quanto “impianto esistente”). Pochi giorni fa, in considerazione del tragico evento, l’azienda ha chiesto una proroga di altri 180 giorni.

La cosa è a nostro avviso del tutto singolare in quanto la modifica dell’impianto per lo spostamento delle curve di isodanno (comprensiva di un edificio costruito abusivamente nel 2005 e per cui è stata richiesta la sanatoria nel 2012, originariamente destinato ad uso “agricolo” – come dichiarato dall’azienda al V.I.A. – ma situato nel perimetro dello stabilimento) oggetto del recente giudizio VIA favorevole rappresentava esso stesso una variante consistente dell’impianto. Era quindi proprio quello il momento di valutare l’intero stabilimento, senza poter rimandare a fasi successive tutte le valutazioni. Non si capisce, quindi, perché procedere con una vera e propria inversione procedimentale, esprimendo prima il parere per gli ulteriori nuovi edifici e lo spostamento delle curve di isodanno e obbligando ad attivare un’ulteriore fase per quella valutazione complessiva che invece era obbligatorio fare già in quella sede, da subito. Tra l’altro la V.I.A. viene attivata esclusivamente su iniziativa del proponente; qui invece viene imposta dal Comitato V.I.A. Perché?

Esistevano forse eventuali altre problematiche autorizzative, ad esempio sulla Seveso, dal Rapporto di Sicurezza al Piano di Emergenza Esterno per i cittadini, di cui la Regione era a conoscenza? Sapeva la regione delle modifiche realizzate negli anni riguardanti l’impianto già in funzione, visto che la consultazione delle foto aeree è ormai procedimento di verifica routinario per noi volontari, figurarsi per i funzionari pubblici che hanno il compito di valutare gli impianti (anche se di tali verifiche non vi è traccia nella documentazione del comitato VIA)? L’impianto non doveva forse essere assoggettato ad Autorizzazione Integrata Ambientale oltre che a V.I.A. producendo anche esplosivi?

Altra domanda: la Regione, in attesa di questa ulteriore procedura di V.I.A., non avrebbe dovuto prendere provvedimenti come prevede espressamente il D.lgs.152/2006?

Sono solo alcune delle tante domande, a nostro avviso non banali, a cui è bene dare risposte esaustive sia per chiarire quanto accaduto sia per il futuro della stessa azienda. Purtroppo le inadempienze di vari enti sull’applicazione del D.lgs.195/2005 sulla trasparenza dei documenti in campo ambientale non ci permettono di affrontare tutte le questioni che la situazione meriterebbe, per cui rivolgiamo un appello a tutte le istituzioni affinché vi siano risposte chiare nel più breve tempo possibile per sgomberare il campo da qualsiasi dubbio”. Si lege così in una nota del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua.