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Radioterapia di Chieti, più posti per i malati e meno attese

Chieti. Raddoppia la capacità produttiva della Radioterapia dell’ospedale di Chieti e fine delle “migrazioni” dei pazienti in altre strutture abruzzesi o fuori regione. Il nuovo acceleratore lineare è stato installato in agosto e collaudato in tempi rapidissimi, e presentato questa mattina a una folta platea di rappresentanti delle istituzioni locali e regionali e di operatori sanitari.

Velocità e precisione sono i punti di forza della macchina, Elekta Versa Hd, che rappresenta la più evoluta tecnologia nel campo della radioterapia oncologica, e sarà utilizzata sui pazienti nel giro di qualche giorno, con ricadute positive anche sui tempi d’attesa, ancora lunghi: attestati sui 5 mesi per il tumore del seno e della prostata, e a 1 mese per altri distretti corporei. Secondo le stime dell’Azienda con i due acceleratori in funzione si potranno trattare in un anno 900 pazienti, a fronte dei 510 del 2021, un dato, questo, sottolineato dal Direttore Generale della Asl Thomas Schael in termini di apprezzamento per il personale dell’Unità operativa che ha sostenuto turni assai faticosi per assicurare i trattamenti al maggior numero possibile di malati con una sola macchina in funzione. Per altri si è reso necessario l’invio in ospedali diversi, poiché le richieste di radioterapia, sempre nello scorso anno, erano state pari a 1.200, e quindi ben superiori alla possibilità di risposta espressa dall’ospedale di Chieti.

Per l’acquisto dell’apparecchio sono stati spesi 2.7 milioni, messi a disposizione dal Ministero della Salute nel 2017 per l’ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia oncologica, che ha permesso di portare a 8 la dotazione di acceleratori in Abruzzo, dove i pazienti che hanno necessità di trattamenti nel 2025 saranno 5.500 secondo le stime elaborate sui numeri in crescita costante degli ultimi anni. Un dato alla luce del quale si renderà necessario un ulteriore potenziamento della rete degli acceleratori lineari in Abruzzo, dove già oggi ne servirebbero 10, per arrivare a 12 nel 2025.

Va registrata, però, la ricaduta positiva che la nuova apparecchiatura installata a Chieti genera in termini di assistenza, perché sarà possibile trattare più malati con minore attesa, dando un’accelerazione anche alla corsa contro il tempo nella lotta ai tumori, che, com’è noto, ha nella tempestività un punto di forza importante. Suggestive, a tal proposito, le molteplici declinazioni richiamate dall’Arcivescovo Bruno Forte durante la presentazione di questa mattina del concetto di “acceleratore”, che “accelera” i trattamenti, i tempi della terapia e magari della guarigione.