nasce da un certificato medico che, secondo l’accusa, venne redatto dal medico su istigazione dell’altro che utilizzò il documento per giustificare ai carabinieri della stazione di Tollo l’evasione dagli arresti domiciliari.
Il medico, secondo l’accusa, avrebbe attestato falsamente di aver sottoposto a visita il 57enne in data 9 giugno 2016 presso l’ospedale civile di Ortona con l’invito a effettuare l’esame ambulatoriale presso il policlinico di Chieti l’11 giugno, giorno in cui avvenne l’evasione dai domiciliari.
I due sono stati, inoltre, condannati a risarcire i danni in via equitativa, per 6.000 euro, alla Asl Lanciano Vasto Chieti che si è costituita parte civile.