Operazione all’anca: muore dopo 3 giorni. Aperta l’inchiesta

A. C., 73 anni, residente a San Giovanni Teatino, in provincia di Chieti, il 3 febbraio 2021 viene ricoverato nella casa di cura Villa Igea di Ancona per sottoporsi ad un impianto di protesi all’anca destra: un intervento di routine che infatti riesce perfettamente a detta dei medici e dello stesso paziente, che nei due giorni seguenti di degenza riferisce ai congiunti di stare bene.

 

Tant’è che per il 6 febbraio sono già previste le sue dimissioni. E invece al mattino di quella stessa giornata ai familiari arriva dalla struttura una telefonata shock: il settantatreenne è deceduto nella notte. Sconvolti, la moglie e i tre figli sono accorsi in clinica per capire cosa fosse successo al loro caro, che non soffriva di alcuna patologia pregressa, e hanno chiesto spiegazioni ai sanitari, che tuttavia non sono stati in grado di fornire risposte in quanto gli stessi medici di Villa Igea si sono detti increduli, disponendo il trasferimento della salma all’obitorio dell’ospedale civile “Le Torrette” di Ancora proprio per effettuare un riscontro diagnostico, l’autopsia interna, e dunque chiarire le cause del decesso.

 

Ai familiari della vittima è stato concesso, a fronte delle loro giustificate insistenze, solo di visionare alcuni fogli della cartella clinica del paziente relativi alle sue ultime ore di vita: si era svegliato all’1.30 e i sanitari avevano provato a sedarlo. Alle 3, dopo un sonno leggero, si era nuovamente svegliato presentando una saturazione del sangue bassissima, tanto che di lì a poco sarebbe andato in arresto cardiaco e ogni tentativo di rianimarlo si era rivelato vano. Assillati da mille dubbi, i congiunti del settantatreenne, per andare a fondo della vicenda e per essere assistiti, attraverso il consulente legale Mario Masciovecchio, si sono dunque affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, ed è stata presentata una denuncia presso la stazione dei carabinieri centrale di Pescara, città di residenza di uno dei figli, chiedendo all’autorità giudiziaria di sequestrare e acquisire tutta la documentazione clinica e di ordinare un’autopsia “terza” per stabilire le cause della morte ed eventuali responsabilità da parte di medici e/o infermieri.

 

Riscontrando l’istanza, la Procura di Ancora, competente per territorio, attraverso il Pubblico Ministero, dott. Daniele Paci, ha quindi aperto un procedimento penale con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, ha già autorizzato i familiari all’acquisizione e alla consultazione della cartella clinica integrale e ora si attendono eventuali altri provvedimenti in relazione alla richiesta di perizia autoptica.

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