Chieti. Un bambino di 12 anni, chiuso in camera dalla madre, ha chiesto aiuto al padre separato, che ha fatto intervenire i carabinieri presso l’abitazione della donna: alla fine di una sorta di ‘trattativa’ – durata alcune ore – per entrare e verificare le condizioni del minore è stato arrestato un uomo di 48 anni con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
La vicenda è partita dalla telefonata fatta ai carabinieri da un padre che non riusciva a parlare con il figlio di 12 anni dopo che quest’ultimo lo aveva chiamato dicendogli di essere stato malmenato dalla madre presso la cui abitazione si trovava da un paio di giorni in affidamento dal momento che i genitori sono separati.
Quando sul posto sono arrivati i carabinieri per accertarsi delle condizioni del ragazzino, né la madre né l’uomo che era con lei, e che è risultato essere il compagno di sua sorella, hanno voluto però aprire la porta. A quel punto è iniziata una sorta di ‘trattativa’ andata avanti per alcune ore durante la quale i carabinieri sono stati oggetto di insulti provenienti dall’interno dell’abitazione.
Ad allarmare i carabinieri è stata anche una telefonata, giunta al 113, nelle quale una voce maschile lasciava intendere che se i carabinieri non si fossero allontanati, sarebbe potuto accadere qualcosa di grave. A questo punto posto si è recato sul posto anche il sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Giancarlo Ciani e solo intorno all’una, quando nel frattempo erano arrivate altre pattuglie dei carabinieri, ma anche vigili del fuoco e il 118, la porta dell’abitazione è stata aperta: ed è in quel momento che il 48enne ha cercato comunque di frapporsi all’accesso dei militari che però sono entrati lo stesso. Il ragazzino in quel momento era nella sua cameretta, la cui porta era stata chiusa dall’esterno e che è stata aperta dai carabinieri: il bambino è apparso piuttosto provato, impaurito e con piccoli segni sul volto. L’uomo, invece, è stato condotto in caserma ed arrestato. Il giudice del Tribunale di Chieti Valentina Ribaudo ha convalidato l’arresto disponendo nei suoi confronti, su richiesta del Pm, l’obbligo di dimora nel Comune di residenza in Puglia. Il processo per direttissimo si terrà l’11 aprile prossimo.