Lanciano, rapina ai coniugi Martelli: Colteanu propone appello

Lanciano. I difensori di Colteanu Alexandu avvocati Rocco Ciotti e Alessandra Acciaro hanno già depositato l’appello, sostenendo, in primo luogo, l’abnormità della sentenza emessa l’8 ottobre dal Gip di Lanciano dottor Nappi, per “violazione del diritto alla difesa”.

Il Giudice, in effetti, pur accolta la richiesta di concessione di un termine a difesa formulata dagli avvocati nominati appena 5 giorni prima, ha tuttavia disposto l’inizio della discussione. Un provvedimento definito dai legali “a dir poco bizzarro e contraddittorio al punto da integrare gli estremi dell’atto abnorme, perché da un lato il Giudice ha ritenuto di dover riconoscere le esigenze previste e tutelate dal codice di procedura e dall’altro non ha inspiegabilmente concesso il termine minimo pur previsto dalla legge, dando addirittura la parola al Pubblico Ministero per la requisitoria”.

La difesa propone, inoltre, la “rinnovazione dell’istruttoria” nel giudizio d’appello, per aver il Gip immotivatamente respinto le richieste istruttorie formulate a seguito dell’esposizione di un alibi da parte dell’imputato:
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”Sono estraneo a qusto brutto fatto perché quando è accaduto mi trovavo altrove. Precisamente presso l’Hotel Alba di Lanciano fino ad una certa ora in compagnia del proprietario di nome Tonino. Anche se sotto falsa identità perché ero latitante, sono stato comunque registrato che ero lì ed ero anche in possesso del mio telefono che è stato sequestrato al momento dell’arresto e risulta agli atti del processoDEL. Si può verificare la cella telfonica dove mi trovavo”.

Secondo i difensori, il Gip non avrebbe offerto “alcuna motivazione utile a far comprendere su quale base abbia ritenuto “non necessaria”, ai fini del decidere, la verifica di un alibi che ben avrebbe potuto condurre al proscioglimento dell’imputato”.

Gli avvocati Ciotti e Acciaro tornano poi a denunciare il pesantissimo condizionamento ambientale – già posto in rilievo in una richiesta di rimessione del processo – situazione che avrebbe inevitabilmente influito sull’esito del giudizio di colpevolezza e su quella che definiscono una “spettacolare e spettacolarizzata condanna”, frutto di un clima d’odio “alimentato da una martellante campagna stampa e persino dall’inopportuno intervento dell’allora Ministro dell’Interno Onorevole Matteo Salvini che su twitter aveva commentato: “queste bestie devono marcire in galera! #tolleranzazero”.

I difensori nel richiedere in ogni caso l’assoluzione dell’accusato e, solo in via subordinata, una riduzione della pena, confidano che la Corte d’Appello lo giudichi serenamente, superando “il forte impatto emotivo prodotto e alimentato dall’immensa eco mediatica”.

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