L’inziativa legale della Lida parte prima dai ciclisti per approdare in Procura
Ortona. La LIDA Lega Italiana dei Diritti dell’Animale Sezione di Ortona ha formalizzato già dal giorno prima della tappa un’istanza di divieto al Sindaco, ai Carabinieri e al Servizio Veterinario ASL, richiamando la normativa vigente che vieta di mettere animali in premio. Poi è arrivato l’esposto alla Procura di Chieti.
“Purtroppo abbiamo saputo solo con due giorni di anticipo che in occasione della nona tappa del Giro d’Italia 2022 il comitato organizzatore del comune di Filetto aveva messo in palio per il traguardo volante una pecora; siamo riusciti immediatamente a presentare istanza di divieto dell’iniziativa al Sindaco di Filetto, all’ASL competente di Lanciano Vasto Chieti e ai Carabinieri Forestali, già il giorno prima della tappa”, fa sapere la LIDA di Ortona, “ma al momento non abbiamo ricevuto nessuna risposta o formale riscontro né dal Comitato né dal Sindaco”.
“Avremmo accolto con soddisfazione un ripensamento ma purtroppo durante la cronaca in diretta del Giro d’Italia di domenica 15 maggio e da tutta la stampa nazionale e locale abbiamo appreso che era confermata l’esistenza del Gran Premio della pecora in occasione della tappa da Isernia al Blockhaus e del relativo premio al traguardo volante di Filetto, assegnato poi al ciclista Dario Cataldo. Anzi dalle pagine locali sui principali social leggiamo con sgomento come sia di senso comune utilizzare esseri viventi e senzienti, come oggetti a disposizione degli esseri umani, oggetti che possono essere vinti a sorte come una macchina, un libro o un viaggio. Nel 2022 non è più possibile tollerare un retaggio antico, ormai obsoleto, in plateale mancanza di rispetto nei confronti della vita altrui e delle leggi in vigore a tutela dei diritti degli animali, ora sanciti anche dalla Costituzione”.
Doverosa pertanto la decisione della LIDA DI ORTONA di formalizzare un esposto alla Procura della Repubblica di Chieti per richiedere indagini sulla organizzazione della manifestazione e sulla condotta degli autori e dei commenti che esaltando pubblicamente la correttezza di atti ritenuti illeciti dall’ordinamento giuridico, li ha qualificati come “riuscita operazione di Marketing” creando un diffuso e distorto convincimento nella comunità che l’iniziativa sia lecita e possa essere replicata in futuro, fattispecie che si rammenta può configurare apologia di reato in quanto in palese contrasto con le norme previste dal Codice Penale e dalla Legge Regionale, che vietano l’organizzazione di spettacoli e manifestazioni con animali e il loro maltrattamento nonché di usare animali come premio.
“Da Filetto sono partiti commenti sconcertanti sui social a noi indirizzati”, proseguono i volontari della LIDA, “che non hanno certo sminuito la già irreversibile gravità dell’iniziativa”.
Parole di apprezzamento e solidarietà sono state espresse da tutta Italia, invece, sui canali social dell’associazione per i volontari che si sono pubblicamente schierati per il rispetto della vita e in favore di condotte più accettabili, più giuste, più etiche e più in linea con i nostri tempi.