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Chieti, stupefacenti: indagini della Polizia, coinvolte 10 persone

Chieti. La Polizia di Stato di Chieti in esito ad una complessa attività di indagine intrapresa a far data dal 2019, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari ex art. 415 bis emesso dalla Procura della Repubblica di Chieti- Sostituto Procuratore Dr. Giuseppe FALASCA a carico di nr. 10 soggetti, ritenuti responsabili, in concorso tra di loro, dei reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, in particolare di marjiuana ma anche di cocaina.

L’indagine è stata compiuta anche a mezzo di attività tecnica che ha consentito di individuare, in Chieti, l’esistenza di un gruppo criminale capeggiato da due fratelli di origine albanese, formalmente esercenti l’attività di muratori. In realtà costoro avevano intessuto una rete di contatti, sia con connazionali residenti in questa provincia che in quelle di Pescara e Teramo ma anche con cittadini italiani residenti a Chieti. E’ emerso che oltre allo spaccio “al minuto”, soprattutto di cocaina, venivano poste in essere cessioni di consistenti quantitativi di marjuana che proveniva direttamente da coltivazioni effettuate in Albania dai parenti di costoro. Le cessioni di stupefacenti avvenivano sia in territorio teatino che nell’area compresa tra i comuni di Francavilla al Mare e Montesilvano.

Durante l’attività di indagine sono stati sottoposti a sequestro, in tre distinte operazioni, circa 14 kg di marijuana nonché, in un’altra circostanza gr. 30 di cocaina, con contestuale arresto, nella flagranza del reato, di un cittadino albanese.

Lo stupefacente sottoposto a sequestro è stato rinvenuto occultato in anfratti posti in aperta campagna in un comune adiacente a quello di Chieti, il cui recupero ed addebito agli indagati è avvenuto grazie allo stretto monitoraggio dei mezzi di locomozione in uso agli indagati e, in particolare ai due fratelli albanesi, che ha consentito di mappare i loro spostamenti ed individuare i luoghi in cui lo stupefacente veniva occultato.

La Procura di Chieti, grazie alla minuziosa ricostruzione dei fatti ha contestato 59 distinti capi di imputazione agli indagati.