Chieti, pronti i moduli per l’ospitalità e per la messa a disposizione degli alloggi

Primi ingressi a scuola. Il sindaco e gli assessori Maretti, Giammarino e Stella: “Sul campo per dare accoglienza e sostegno a chi arriva. Chi vuole ospitare e mettere a disposizione alloggi potrà farlo facendo richiesta”

Chieti. Disponibile da oggi il modulo per la manifestazione di disponibilità relativa all’accoglienza dei profughi in arrivo in Italia a seguito della crisi internazionale in Ucraina. La scheda, da compilare e consegnare al Segretariato sociale del Comune di Chieti, è già disponibile sull’App Smart.Pa. Intanto stamane il sindaco Diego Ferrara, con l’assessore alla Pubblica istruzione Teresa Giammarino, ha dato il benvenuto a scuola ai primi quattro bambini ucraini, ospitati in città con le loro madri.

“Da oggi abbiamo ufficializzato il modulo per l’accoglienza e per la messa a disposizione degli alloggi – illustrano gli assessori a Politiche sociali e Sanità, Mara Maretti e Fabio Stella – È da oggi operativo il canale per rispondere a un’istanza che ci arriva numerosa dalla città, quella di fare qualcosa per offrire ospitalità a chi fugge dalla guerra. Il modulo è già assimilato nell’app Smart.Pa del Comune di Chieti, dove può essere compilato e inviato in tempo reale, direttamente all’ufficio destinatario. Per l’accoglienza dei profughi l’Amministrazione ha organizzato un’unità di crisi che fa capo al sindaco e agli assessorati alle Politiche sociali e Sanità, una vera e propria rete che gode della collaborazione delle organizzazioni del Terzo settore operanti sul territorio e che ha come riferimento la Prefettura e la Questura, per tutti gli adempimenti formali.

Il modulo per l’ospitalità e la messa a disposizione degli alloggi può essere scaricato, compilato e consegnato agli sportelli del Segretariato sociale, che una volta prese in carico le richieste, chiamerà i cittadini che manifesteranno la propria disponibilità per un colloquio conoscitivo. Risultanze e nominativi saranno poi girati alla Prefettura per definire le procedure di accoglienza e alloggio. Si sta lavorando anche sul fronte dell’affido famigliare per i minori non accompagnati, per cui si può fare ricorrere sia ai Servizi sociali comunali che agiranno secondo quanto dispone il tribunale dei Minori, oppure rispondere all’avviso del Garante regionale dei diritti dell’infanzia e adolescenza, al seguente link: http://www.consiglio.regione.abruzzo.it/sites/default/files/avvisi/206759/avviso.pdf. Di concerto con le associazioni e l’Ufficio Scolastico regionale provvederemo anche a dare seguito agli altri servizi a sostegno dei minori e delle famiglie, che riguardano la scuola, le attività ludiche e laboratoriali, il sostegno psicologico”.

Primi ingressi a scuola, stamane a Chieti. Porte aperte alla scuola dell’infanzia Nolli e delle elementari e medie Chiarini e De Lollis, del Comprensivo 1, dove la dirigente Grazia Angeloni ha accolto 4 dei bambini presenti in città. Un caloroso e motivato comitato di accoglienza, quello della scuola, fatto di insegnanti e ragazzi, ha subito integrato Anastasia e Nikita di 5 anni, Maxim di 9 e Danilo di 11 nelle classi di cui da oggi sono diventati parte integrante e che li ospiteranno durante la loro permanenza.

“È l’inizio di un percorso che speriamo presto di replicare in tutte le scuole cittadine, a mano a mano che altri cittadini ucraini arriveranno in città – riferiscono il sindaco Diego Ferrara e l’assessore Teresa Giammarino – Grazie al Comprensivo 1 e alla dirigente, per il calore di questa accoglienza tributata ai ragazzi, perché è un’ottima anticipazione di quello che in piena sinergia con la Prefettura e la Questura stiamo predisponendo tutto ciò che serve sia dal punto di vista logistico e pratico, sia dal punto di vista psicologico e ludico, per dare a queste persone il sostegno e i servizi che il Comune può dare. Un impegno che ci vede in sinergia con la rete delle associazioni che quotidianamente si occupano di sociale e di accoglienza. Per questi bambini oggi comincia un percorso nuovo all’interno della nostra comunità ed è bello vedere il modo in cui i loro coetanei li hanno accolti e subito integrati nelle loro vite lontane dalla guerra”.

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