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Chieti, la Polizia esegue un’ordinanza che dispone il divieto di avvicinamento nei confronti di una badante

Chieti. Nel pomeriggio di ieri personale della Squadra Mobile ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa emessa dal GIP presso il Tribunale di Chieti nei confronti di una donna sessantenne di origine sudamericana residente a Chieti. L’ordinanza è stata emessa a seguito di attività di indagine intrapresa dagli uomini della seconda sezione della Squadra Mobile – Reati contro la persona, dopo la ricezione della denuncia-querela sporta dalle figlie della persona offesa e relativa ai reati di maltrattamenti e lesioni personali aggravate posti in essere dall’indagata, assunta dalla famiglia in qualità di badante, nei confronti dell’anziana madre novantenne, affetta da grave malattia degenerativa.

Le figlie dell’anziana, a seguito di un delicato intervento chirurgico per la sostituzione della sonda PEG, non riuscendo a capacitarsi delle molteplici problematiche post-operatorie intervenute a seguito delle dimissioni ospedaliere della madre, decidono di installare una telecamera nella stanza da letto della donna. La sera stessa, nel visionare le immagini, scoprono la terribile e agghiacciante verità: la badante viene ripresa mentre strattona l’anziana, assolutamente inerme nel letto, che viene colpita con pugni sui fianchi e sull’addome, proprio nel punto in cui, pochi giorni prima, aveva subito l’intervento chirurgico con conseguente fuoriuscita ematica.

Da qui l’immediata denuncia e la ricostruzione di due anni di vessazioni. In particolare è emerso come la badante, con condotte violente e reiterate, aveva posto in essere maltrattamenti consistiti in percosse e lesioni che l’inerme 91enne, costretta a letto senza potersi muovere, incapace di parlare ed impossibilitata a poter richiedere aiuto, aveva subito impotente, così da cagionarle lividi e ferite nonché gravi lesioni quali la lussazione della spalla, la sublussazione del gomito, edemi diffusi e graffi. Sono stati ricostruiti, inoltre, episodi di inspiegabile crudeltà agita ai danni della donna quali ripetute trazioni sul catetere vescicale con fuoriuscita dello stesso, ripetuti traumatismi da corpo contundente che hanno cagionato un edema massivo nella regione vulvare, nonché frequenti e recidivanti ematurie su varie parti del corpo, prive di cause cliniche.

Le gravi condotte rappresentate, supportate da puntuale refertazione medica e dalle dichiarazioni raccolte dagli investigatori della Mobile, hanno portato all’emissione della misura cautelare ai danni della badante.