Incongrua la chiusura del provvedimento per un ripensamento espresso da dirigenti comunali la cui autonomia è condizionata all’attuazione degli indirizzi fissati dagli organi elettivi
Chieti. Stiamo assistendo in questi giorni a polemiche politiche sulla Conferenza dei Servizi, tenuta martedì scorso, relativa al progetto presentato da DECO SpA (oggi controllata da ACEA SpA) per la realizzazione di un nuovo piazzale per il deposito di CSS (il “combustibile solido secondario” derivato dalla lavorazione dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi) all’esterno dell’impianto di trattamento meccanico biologico (TMB) da tempo in funzione in quell’area.
Alla riunione, indetta dal Servizio Gestioni Rifiuti e Bonifiche della Regione, ha partecipato (nelle persone dell’avv. Francesco Paolo Febbo e del presidente Nicoletta Di Francesco) anche il WWF Chieti-Pescara, al quale tuttavia non è stato consentito di intervenire attivamente durante la discussione ma soltanto di inviare una propria “memoria” a posteriori. Il WWF lo ha fatto ieri sottolineando come non si possa “tenere conto, nel determinare gli esiti della Conferenza dei Servizi, della semplice somma dei pareri, ma occorre invece considerare, come prevedono normativa e giurisprudenza, il parere prevalente, rappresentato nel caso specifico da quello negativo espresso dal Comune di Chieti e pubblicamente ribadito, all’indomani della Conferenza, con una nota a firma del sindaco e della maggioranza politica che attualmente governa la città”.
Nel proprio documento l’associazione ambientalista ha sottolineato inoltre come “posizioni prevalenti” debbano essere considerate quelle “che hanno un peso specifico superiore alle altre per l’importanza degli interessi tutelati in relazione al caso concreto e al risultato collegato del procedimento in esame” (cfr. Presidenza Consiglio dei Ministri, “linee guida operative” – 10 gennaio 2013). Il parere negativo espresso del Comune di Chieti il 29.10.2021 e ribadito dopo la Conferenza in esame resta in tal senso dirimente e fondamentale atteso che l’autonomia della dirigenza nell’espletamento dell’attività di gestione amministrativa di un ente pubblico è comunque condizionata all’attuazione degli indirizzi e degli obbiettivi fissati dagli organi elettivi, e non potrebbe essere altrimenti. Ciò premesso non è neppure ipotizzabile che la nota con le controdeduzioni di Deco alle osservazioni del Comune di Chieti, composta di 12 pagine e datata 8.11.2021 (vale a dire meno di 24 ore prima dell’avvio della Conferenza) possa essere stata analizzata con il necessario approfondimento sia dal settore tecnico che dagli organi politici municipali, com’è necessario che avvenga, trattandosi di argomenti che hanno anche possibili risvolti legati alla qualità dell’aria e quindi sulla salute pubblica. Appare dunque incongrua la chiusura della Conferenza dei Servizi con la acquisizione di un cambio di opinione da parte del Comune di Chieti che invece non sembra esserci stato, visto il già citato parere negativo pubblicamente ribadito dal sindaco e dalla sua maggioranza.
I dubbi espressi e ribaditi dall’amministrazione municipale di Chieti appaiono del resto, secondo il WWF, largamente condivisibili, ancor più per il fatto che nella struttura DECO/ACEA è già presente un piazzale per il deposito di CSS e che, in una situazione di non aumento dei volumi trattati dall’impianto di TMB, esplicitamente confermata dalla stessa ditta proponente, appare di difficile comprensione la necessità di un ulteriore spazio di deposito. Ciò vale a maggior ragione nella prospettiva di una prossima conclusione della situazione di emergenza che si è negli anni scorsi determinata in particolare a Roma e nel Lazio, che ha comportato un maggiore afflusso di rifiuti destinato a esaurirsi o quantomeno a ridursi considerevolmente, con l’inevitabile rientro dell’emergenza (che non può in alcun modo essere eterna) ma anche alla luce di quanto previsto nel Piano Regionale di Gestione Rifiuti (PRGR) attualmente in vigore e in particolare dal suo “Programma di prevenzione e riduzione dei rifiuti”. L’interesse pubblico (riduzione dei rifiuti; impianti di trattamento e di deposito non sovradimensionati rispetto alle reali esigenze; riduzione degli impatti negativi per la movimentazione di rifiuti e derivati, ecc.) è prevalente rispetto a ogni interesse privato.