Chieti. Il 18 agosto 2021, i Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Chieti, coadiuvati dall’Ufficio Immigrazione della locale Questura, hanno dato esecuzione al decreto di espulsione amministrativa per motivi di ordine e sicurezza pubblica, emesso dal Prefetto teatino, nei confronti del 31enne pakistano F. A., lì residente da circa 3 anni e impiegato in una attività di lavaggio auto, in quanto ritenuto socialmente pericoloso ai sensi della normativa di prevenzione.
Gli elementi posti a base del provvedimento prefettizio di espulsione sono stati raccolti nel corso di una complessa indagine condotta dal ROS e dal Comando Provinciale Carabinieri di Chieti, sotto la direzione dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo de L’Aquila.
Le investigazioni, dirette dal Procuratore della Repubblica Dott. Michele Renzo e del Sost. Proc. Dott.ssa Simonetta Ciccarelli, a carico dell’interessato hanno consentito di raccogliere una serie di elementi indicativi di un rapido processo di “radicalizzazione”.
In proposito, l’approfondito monitoraggio delle attività eseguite sul web e tramite profili social dal pachistano – oltre ad evidenziare la pubblicazione di foto e commenti inneggianti alla formazione di un Califfato islamico e al Jihad, sentimenti di odio e disprezzo per le istituzioni democratiche, nonché un completo disinteresse verso l’integrazione nella comunità italiana – hanno consentito di cristallizzare una serie di condotte orientate alla propaganda e al sostegno in favore di alcune organizzazioni di segnalata natura estremista o comunque ad esse vicine o riconducibili.
I conclamati elementi di pericolosità sociale raccolti dall’Arma, hanno consentito alla Questura di revocare il titolo di soggiorno di cui era titolare il pachistano e di formulare un concreto giudizio di pericolosità sociale del posto a base del provvedimento di espulsione del Prefetto di Chieti. L’interessato, considerato elemento pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica, verrà allontanato dall’Italia poiché l’ulteriore permanenza sul territorio nazionale potrebbe agevolare organizzazioni o attività terroristiche, anche internazionali.
Attualmente F. A. è stato condotto presso un Centro per Rimpatri, con ordine di trattenimento del Questore, in attesa delle procedure tese all’allontanamento dal territorio nazionale.