Chieti. L’Assessore alle Politiche del mondo animale, Alessandro Bevilacqua, rende noto che il Comune di Chieti, al fine di prevenire situazioni di sovraffollamento e migliorare le condizioni di vita degli animali ospitati nel Canile rifugio comunale, ha approvato un “disciplinare” relativo all’introduzione dei cani di proprietà, iscritti all’Anagrafe canina del Comune di Chieti, sia ospitati temporaneamente e sia dopo accalappiamento in quanto vaganti ma di proprietà.
«Qualora un cittadino, proprietario di cane, sia impossibilitato per gravi motivi a tenere presso di sé l’animale – spiega l’Assessore Bevilacqua – in base al Regolamento comunale per la tutela degli animali approvato con delibera di Consiglio Comunale n.806 del 13 aprile 2015 può far richiesta di autorizzazione al Sindaco di consegna del cane al rifugio comunale, previo periodo di osservazione presso il canile sanitario. Nella domanda dovranno essere indicate le cause che impediscono la detenzione, il certificato di proprietà/iscrizione all’Anagrafe canina, foto e libretto sanitario. Il Sindaco, verificata la completezza della domanda e la disponibilità del canile a consentire nuovi ingressi comunica al richiedente l’avvenuto rilascio dell’autorizzazione o il diniego. Nel caso in cui non vi sia disponibilità al momento della richiesta verrà redatta ed aggiornata una lista d’attesa che sarà utilizzata sulla base dei criteri di priorità».
I gradi di priorità individuati dall’Ufficio Sanità del Comune sono tre, così suddivisi:
Priorità n. 1): Cane sequestrato/confiscato; Cane di proprietà di una persona deceduta senza parenti/senza eredi; Cane di persona sola anziana non più autosufficiente senza parenti; Cane con aggressività non controllata “certificata”; Cane morsicatore.
Priorità n. 2): Famiglie indigenti in condizioni oggettive di bisogno che hanno necessità di collocare il cane presso la struttura comunale per le seguenti motivazioni: A) sfratto esecutivo, impossibilità a reperire alloggio idoneo anche per il cane; B) Allergia al pelo di cane di un familiare convivente manifestatasi dopo il possesso del cane (con impossibilità a detenere il cane in spazio idoneo nel cortile); C) Importanti motivi di salute di un familiare convivente che possono essere aggravati dalla convivenza con il cane (con impossibilità a detenere il cane in spazio idoneo nel cortile); D) Cane di proprietà di una persona deceduta con parenti indigenti non eredi che non se ne vogliono occupare; E) Cane di persona sola anziana non più autosufficiente con parenti (indigenti) che non se ne vogliono occupare; F) trasloco in alloggio insufficiente/con regolamento condominiale che vieta la detenzione di animali in condominio;
Priorità n. 3): Famiglie ancorché non indigenti che hanno necessità di collocare il cane in canile per le seguenti motivazioni: A) sfratto esecutivo e impossibilità a reperire alloggio idoneo anche per il cane; B) Allergia al pelo di cane di un familiare convivente manifestatasi dopo il possesso del cane (con impossibilità a detenere il cane in spazio idoneo nel cortile); C) Importanti motivi di salute di un familiare convivente che possono essere aggravati dalla convivenza con il cane (con impossibilità a detenere il cane in spazio idoneo nel cortile); D) Cane di proprietà di una persona deceduta con parenti non eredi che non se ne vogliono occupare; E) Cane di persona sola anziana non più autosufficiente con parenti che non se ne vogliono occupare.
Il contributo economico alle spese di mantenimento del cane non è dovuto per le rinunce con grado di priorità 1 e 2 mentre è dovuto nella misura di 300,00 euro l’anno per le rinunce con grado di priorità 3.
Qualora si verificassero altre motivazioni inerenti la rinuncia del cane non incluse tra le priorità e l’animale venga preso in consegna presso il Canile Rifugio il proprietario è tenuto a versare la quota di 400,00 euro l’anno per il mantenimento.
I cani vaganti che vengono accolti in Canile saranno riconsegnati ai legittimi proprietari a fronte di un contributo pari a 30,00 euro a titolo di rimborso spese forfettario e 5,00 euro per ogni giorno di ricovero nella struttura oltre a tutte le spese eventualmente sostenute per la microchippatura e per i trattamenti sanitari ritenuti indispensabili per la salute dell’animale, effettuati o da veterinari liberi professionisti o da veterinari della ASL.
Nel caso il proprietario rifiuti di pagare le spese di recupero e ricovero presso il canile, l’Amministrazione provvederà alla riscossione coattiva di quanto dovuto.