Atessa. “In seguito al percorso assembleare ci é sembrato necessario fare chiarezza attraverso un nostro comunicato ufficiale.
Si legge così in una nota firmata Rsu che prosegue: “L’intesa raggiunta venerdì 16 febbraio in sede ministeriale, particolarmente sofferta, è stata presentata ai lavoratori che hanno compreso senza tentennamenti come tale accordo fosse il frutto di intenso confronto con e che di meglio era impossibile fare. Tale accordo prevede elementi decisamente positivi come la concessione a titolo completamente gratuito del capannone ad una eventuale azienda interessata o come l’ affidarsi ad un’azienda di Advisor per la ricerca di imprese pronte a rilevare lo stabilimento. Ci sono altri elementi quali organizzazione della cassa, fondo malattie ed altro che saranno affrontati nell’ immediato con l’azienda. Altrettanto fondamentale è stato l’avvio del prolungamento della cassa integrazione. L’insieme di questi elementi va certamente valutato positivamente perché è in grado di favorire la possibilità di riconversione dello stabilimento. L’elargizione del bonus economico non ci lascia totalmente soddisfatti, ma occorre precisare che è stato il massimo risultato che siamo stati in grado di ottenere nelle condizioni in cui ci siamo trovati. Vorremmo ringraziare in questa occasione tutte le persone che ci sono state vicine dimostrandoci solidarietà, in particolar modo le amministrazioni comunali locali. Oggi, necessariamente, dobbiamo voltare pagina e ragionare in maniera differente, facendo i conti con la realtà, dopo una splendida lotta, necessaria, ma che non è stata in grado di fermare questo processo di delocalizzazione, la Honeywell andrà via”.
“Riteniamo altresì drammatico – conclude la nota – che un Governo importante come quello italiano non abbia i mezzi per impedire ad una multinazionale che ha precedentemente attinto a piene mani a fondi pubblici di andare via. La responsabilità della chiusura è esclusivamente di una multinazionale come Honeywell, che dopo aver depredato un territorio fugge via lasciando un drammatico deserto alle proprie spalle, sarà compito dei prossimi governi costruire un percorso politico in grado di scongiurare processi simili per il prossimo futuro. Senza una vera politica industriale questa nazione non ha futuro ed il numero di aziende che lasceranno il nostro paese sarà sempre più numeroso. Come lavoratori chiediamo a tutti (istituzioni, partiti politici, società civile, territorio, stampa ) di unire le forze per sostenere con il massimo impegno il percorso della reindustrializzazione”.