Chieti. All’auditorium dell’Università “d’Annunzio” a Chieti, si è tenuto un incontro di presentazione del rapporto “Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunità”, realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà e dal Politecnico di Milano, in collaborazione con Nielsen Italia (edito da Guerrini & Associati).
L’incontro è stato promosso dal Banco Alimentare dell’Abruzzo e dalla Fondazione per la Sussidiarietà, in collaborazione con l’Università “d’Annunzio” di Chieti-Pescara, con il patrocinio della Regione Abruzzo e il sostegno del Centro Servizi per il Volontariato di Pescara.
“Ringrazio tutti coloro che hanno voluto questa manifestazione – ha detto il rettore dell’Università d’Annunzio, Carmine Di Ilio, durante il suo saluto – e che hanno voluto che si tenesse nella struttura universitaria. Questo auditorium è un centro di discussione ed è a disposizione di tutti. In questo momento stiamo vivendo in un momento di grande difficoltà sociale e mettere a disposizione della collettività un piccolo gesto penso che sia molto importante. Nella nostra società, il fatto che non ci sia cibo a sufficienza, penso che sia un elemento di grande riflessione”.
Al convegno, moderato da Mario Tedeschini, direttore de Il Centro, dopo il saluto rettore della “d’Annunzio”, è intervenuto Luigi Nigliato, presidente del Banco Alimentare dell’Abruzzo. Lo studio è stato presentato da Marco Melacini, ricercatore in Modellazione dei sistemi produttivi e logistici del Politecnico di Milano, uno dei tra autori insieme a Paola Garrone e Alessandro Perego. Subito dopo c’è stata una tavola rotonda con la partecipazione di monsignor Bruno Forte, arcivescovo della Diocesi Chieti-Vasto, Anna Morgante, ordinario di Tecnologia dei cicli produttivi, Università D’Annunzio Chieti-Pescara, Mattia Perelli, direttore Ipermercato Auchan Pescara Aeroporto e Marco Lucchini, direttore generale Fondazione Banco Alimentare Onlus.
“La rete – ha spiegato il presidente del Banco Alimentare dell’Abruzzo, Luigi Nigliato – recepisce quei prodotti alimentari che sono ancora buoni e in un anno il Banco Alimentare raccoglie 60 mila tonnellate di prodotti che finiscono negli Enti caritativi di tutta Italia. In Abruzzo i numeri sono più piccoli, ci sono 252 strutture caritative e 44 mila persone da aiutare. La Giornata della Colletta Alimentare da un po’ di tempo ogni anno si ripresenta l’ultimo sabato di novembre ed aiuta a raccogliere quegli alimenti che sono difficili da raccogliere con il Banco Alimentare. Questo coinvolgimento noi lo vogliamo allargare il più possibile per andare avanti nel quotidiano che palesa situazioni molto difficili, a volte drammatiche”.
Il rapporto illustra i risultati di un primo tentativo di fornire una visione d’insieme del fenomeno dell’eccedenza alimentare e dello spreco nei diversi stadi della filiera agro-alimentare italiana. Vengono identificate le cause di generazione delle eccedenze alimentari e vengono stimati i valori dell’eccedenza e dello spreco, per i diversi settori e a livello nazionale. Il volume presenta inoltre le modalità di gestione che permettono di ridurre lo spreco e di destinare le eccedenze alla rete di food bank ed enti caritativi che quotidianamente assistono e accompagnano persone e famiglie indigenti. La ricerca offre alcune proposte per rendere più virtuoso l’utilizzo delle eccedenze e ridurre il più possibile lo spreco.
“Mi viene in mente Sant’Agostino – ha rimarcato l’arcivescovo della Diocesi Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte – che viveva in una situazione simile a quella che stiamo vivendo adesso. Il concetto alla base della nostra crisi è che c’è una certa disattenzione e avidità. Agostino dice che questo è avvenuto perché l’avidità ha avuto il plauso della vanità al giudizio della verità. Il primo aspetto della vanitas è quello consumistico legato alla società perché ci deve essere il più possibile la produzione e la vendita dei prodotti. In questo periodo c’è bisogno di sobrietà. Noi consumiamo molto di più di quello che potremmo e dovremmo, soprattutto sprechiamo molto. Poi c’è la categoria dell’egoismo. Se non ci fosse stato uno spirito solidaristico, non sarebbe nato il Banco Alimentare. Altro aspetto è l’egocentrismo che mette al centro il proprio io come valore. Ci dobbiamo rendere conto che tutti siamo portati a portare il peso degli altri. Io credo che i grandi temi sui quali dobbiamo operare siano quelli della solidarietà e della sobrietà del comportamento. Credo che la radice profonda di una svolta sia una scelta di natura spirituale e morale. Un grande invito alla responsabilità oggi va alla classe politica”.
Francesco Rapino