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Gli usurai lavorano in banca: imprenditori in crisi strozzati dai mutui a rialzo, 5 indagati a Chieti

Chieti. Mediatori finanziari e direttori di banca a caccia di imprenditori in crisi a cui erogare mutuo a tassi da usura. La denuncia degli eredi di un agricoltore ha portato alla scoperta del sodalizio criminale. La catena degli strozzini colpiva anche i parenti delle vittime che fungevano da garanti.

Senza scrupoli né pietà di chi soffriva la crisi economica e non riusciva ad andare avanti. Disposti a tutto pur di arricchirsi, anche a mandare in rovina chi ha investito i risparmi di una vita nell’impresa di famiglia. Un sodalizio criminale di colletti bianchi, composto da presunti mediatori finanziari e da, elemento di maggior gravità, direttori di filiali bancarie sparse dentro e fuori la provincia teatina.

L’arma scelta è l’incubo costante di ogni italiano: il mutuo. Il genio criminale di uno dei 5 indagati aveva puntato sulla ricerca di imprenditori in difficoltà, ai quali offrire dei prestiti a rialzo che mai avrebbero potuto restituire. La macchina ben orchestrata si metteva a caccia dei titolari di piccole aziende con difficoltà economiche e, loro malgrado, senza i requisiti necessari ad ottenere un finanziamento dalle banche regolari. Scelta ampia, visti i tempi correnti, nel panorama imprenditoriale abruzzese. I presunti mediatori finanziari si offrivano disposti a rendere possibile l’accensione di un mutuo presso istituti bancari compiacenti: l’interesse si mostrava, magari più alto della media, ma i broker facevano leva sulla necessità imprescindibile di chi doveva mandare avanti l’azienda, anche per pochi mesi. La compiacenza, però, era unicamente quella dei disonesti direttori delle filiali che intascavano il 10% della somma finanziata, mentre i prestiti nascondevano l’ombra dell’usura. Usura quasi a norma di legge: nessun taglieggiamento violento, solo la rinegoziazione degli interessi, premeditata sulla scontata impossibilità del poveruomo di turno ad onorare le rate. Così, di mese in mese, gli interessi si ingigantivano, fino a tirare nella trappola qualche parente disposto a fare da garante della somma prestata. Un vortice che inghiottiva sempre più vittime.

A rivolgersi alla squadra mobile della polizia di Chieti sono stati gli eredi di un imprenditore agricolo dell’entroterra teatino, deceduto poco tempo fa, finito nella morsa dell’associazione usuraia: dalla denuncia si è passati alle indagini, in collaborazione con i reparti della polizia di Pescara e Roma, che hanno eseguito oggi un decreto di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica di Chieti nei confronti dei 5 indagati. persone indagate per usura ai danni di un imprenditore agricolo dell’entroterra teatino, poi deceduto. Le perquisizioni, che hanno interessato sia le abitazioni che i luoghi di lavoro degli indagati, nello specifico due istituti di credito al di fuori della provincia di Chieti, che hanno consentito di rinvenire documentazione utile all’individuazione di altre eventuali vittime.