San Vito Chietino. Nell’ambito dell’inchiesta sulla regolarità delle licenze di noleggio con conducente (Ncc) rilasciate da alcuni piccoli comuni del comprensorio frentano, la polizia giudiziaria della Procura di Lanciano ha arrestato tre persone.
Stando a quanto si apprende, una di queste sarebbe abruzzese e due di Roma. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Lanciano Ruggiero Dicuonzo, è partita un paio di anni fa da una denuncia dei tassisti di Roma ed è stata portata avanti dalla Polstrada di Lanciano.
A settembre scorso la Polstrada aveva perquisito gli uffici di alcuni piccoli comuni del Frentano, sequestrando documenti e pc negli uffici comunali di San Vito Chietino, in particolare, dove sono state rilasciate negli ultimi anni circa 50 licenze di noleggio con conducente. Un numero molto elevato per un paese di 5.432 abitanti. Alcune di quelle licenze, clonate e falsificate con autocertificazioni, sarebbero finite sul mercato romano dove sono state rivendute da procacciatori d’affari anche a 10mila euro l’una per fare praticamente concorrenza sleale e illegale ai taxi.
“Un numero elevatissimo ed assolutamente sproporzionato di licenze per il servizio di noleggio di autoveicoli con conducente”, prendendo come “pretesto per tale aumento indiscriminato l’approssimarsi dell’evento sportivo Giochi del Mediterraneo Pescara 2009”. Sono alcuni passaggi dell’ordinanza con cui il gip del tribunale di Lanciano Massimo Canosa descrive il contesto in cui si e’ innestata l’associazione a delinquere mirata alla produzione di autorizzazioni di licenze Ncc false da destinare al mercato del taxi della Capitale.
“Le attività investigative si sono focalizzate soprattutto sul Comune di San Vito Chietino” scrive il gip nell’ordinanza “nell’ambito del quale, per effetto della delibera 4 del 17 marzo 2009 del Consiglio Comunale, le autorizzazioni da rilasciare erano elevate a ben 35 (rispetto alle 10 originarie), prendendo come pretesto per tale aumento indiscriminato l’approssimarsi dell’evento sportivo Giochi del Mediterraneo Pescara 2009”.
Quella delibera, sottolinea il gip, fu “preceduta dal parere favorevole del responsabile del settore tributi e attività produttive, Angelo Bianco”, il funzionario del comune di San Vito riconosciuto dal gip insieme al padre Antonio e ai 3 arrestati come componenti dell’associazione a delinquere.
“Non risulta che il Comune di San Vito Chietino abbia provveduto a ridurre il numero di licenze al termine dei Giochi del Mediterraneo, cui l’aumento era stato apparentemente ricollegato”, aggiunge il gip. La Procura ha chiesto la misura cautelare in carcere per Angelo e Antonio Bianco, figlio e padre: il gip ha respinto la richiesta “perché non ha ravvisato le esigenze di custodia cautelare”, hanno spiegato il procuratore Francesco Menditto e il sostituto Ruggiero Dicuonzo, titolare dell’inchiesta, “ma ha pienamente condiviso l’impianto accusatorio. Angelo Bianco ha incassato tangenti mascherate per decine di migliaia di euro, occupandosi di reperire anche le rimesse finendo per indicare la casa dove abitava come ricovero per auto in regime di autocertificazione. Quando interviene la Procura nel settore della pubblica amministrazione vuol dire che non c’è abbastanza attenzione all’interno della stessa amministrazione: con questo non voglio dire che ci sia collusione o gravissima negligenza, ma se ci fosse piu’ attenzione, potremmo intervenire molto meno. Questo non riguarda solo i comuni di San Vito e Treglio, ma tutte quelle amministrazioni coinvolte in questa indagine, che sono una trentina, non solo in Abruzzo ma anche in altre regioni d’Italia. L’Abruzzo non è terra di conquista della criminalità, questo deve essere chiaro”, ha aggiunto Menditto.