Lanciano. Le segreterie provinciali e regionali della Fiom e della Cgil esprimono tutto il loro disappunto per la decisione assunta dalla Honeywell, determinazione che prevede la chiusura dello stabilimento di Atessa.
Dopo sessanta giorni di sciopero con presidio, dopo così tanto tempo trascorso ad attendere un piano di rilancio del sito produttivo di Atessa, i progetti della Honeywell non cambiano e si decide di colpire al cuore un intero territorio che da sempre considera la Honeywell il fiore all’occhiello dell’industria locale.
La Fiom e la Cgil considerano detta decisione uno schiaffo alle lavoratrici ed ai lavoratori che, in oltre vent’anni, hanno dato alla fabbrica del turbo la possibilità di contraddistinguersi per i suoi eccellenti risultati, successi che l’hanno collocata tra i migliori siti produttivi al mondo.
Inaccettabile è questa decisione scellerata, sia nel merito sia per i modi con i quali è maturata: non si chiude un sito così importante gettando nel mondo della disoccupazione quasi cinquecento persone; non si nasconde una decisione assunta da così tanto tempo prendendo in giro persone, sindacati ed istituzioni.
La Cgil e la Fiom continueranno a lottare nei giorni che verranno per evitare questa sciagurata conclusione dell’esperienza Honeywell in Italia. Al Ministro Calenda sarà chiesto di tornare ad intervenire sulla vicenda e di predisporre una vera discussione tra le parti che fino ad oggi è stata ridotta a semplici comunicazioni.
Così Francesca Re David, segretaria generale Fiom: “È inaccettabile l’annuncio della chiusura dello stabilimento Honeywell di Atessa, dopo due mesi di sciopero con presidio dei lavoratori per difendere la produzione, durante i quali l’azienda si è sempre rifiutata di incontrare le organizzazioni sindacali. Occorre tornare indietro sull’annuncio di cessazione per garantire il mantenimento dell’attività produttiva dello stabilimento e al contempo il reddito dei lavoratori. Abbiamo chiesto unitariamente al governo l’apertura immediata di un tavolo di confronto con tutte le parti coinvolte”.