San Vito Chietino. E’ l’assessore comunale all’Ambiente Comini a far chiarezza sul caso rifiuti, dopo la decisione dell’amministrazione di portare a smaltire la frazione umida in un impianto vicino Forlì: “Non facciamo parte del Civeta”.
E’ l’assessore all’Ambiente del comune di San Vito a far chiarezza sulla decisione, presa dall’amministrazione lo scorso 5 ottobre e resa nota ieri, di trasportare e far smaltire i rifiuti organici nell’impianto di Sogliano al Rubicone, in Emilia Romagna, dopo che l’esaurita discarica di Cupello ha chiuso le porte al comune frentano. Discarica di proprietà del Consorzio Intercomunale del Vastese, “del quale San Vito non fa parte”, precisa Comini, “e, pertanto, per conferire i rifiuti deve essere da periodicamente autorizzato dal consorzio, in quanto la precedenza al conferimento viene data ai comuni consortili”. L’impianto del Civeta periodicamente va in sofferenza per problemi di capienza e, quindi, in queste occasioni decide di non accogliere i rifiuti provenienti da Comuni extra consortili, come, appunto, è successo recentemente: “Ci siamo trovati nella necessità di dover conferire i rifiuti organici in un altro impianto idoneo”, prosegue l’assessore, “al fine di evitare di danneggiare l’ambiente conferendoli tal quali in discarica (es. Cerratina) e disperdere, inoltre, i vantaggi (anche economici) della raccolta differenziata fatta con il lodevole impegno di tanti cittadini. Gli uffici comunali, consultando tutti gli organi competenti, si sono impegnati a trovare la soluzione più idonea per compensare la salvaguardia dei benefici della raccolta differenziata con l’esigenza di contenimento dei costi di conferimento”.
E’ stato, così, individuato l’impianto emiliano, che ha proposto di smaltire i rifiuti organici al costo di 139 euro a tonnellata comprensivo di trasporto e smaltimento. “Il costo di smaltimento presso il Civeta è di 110 euro a tonnellata escluso il trasporto che, comunque, è compreso nei costi della raccolta differenziata”, approfondisce Comini, “la somma di 20mila euro prevista nella determina non rappresenta un maggior costo per il Comune in quanto essa – detratte le 25/30 euro a tonnellata in più ora necessarie – sarebbe stata comunque impiegata per l’ordinario smaltimento dell’organico presso l’impianto del Civeta. La somma prevista nella determina, infine, è quella che, presumibilmente (perché tutto dipende naturalmente dalla quantità di rifiuti conferiti), il Comune dovrà impegnare fino a dicembre nel caso in cui questa situazione di emergenza persisterà”. “Quindi, l’unica maggior spesa che il Comune dovrà affrontare durante il periodo di chiusura del Civeta”, conclude l’amministratore, “è certamente tollerabile (tra le 25 e le 30 euro circa a tonnellata), considerando, altresì, che impianti simili esistenti nella nostra Regione ed altre volte utilizzati in casi di emergenza come questo (Castel di Sangro / Aielli) hanno anch’essi rifiutato di accettare il conferimento di rifiuti extra consortili. Anche altri Comuni limitrofi si tanno orientando verso tale scelta”.