Chieti. Il Tribunale di Chieti ha condannato a 14 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, Nicholas Di Benedetto, 26 anni, nato a Ortona ma residente a Pescara.
Il giovane è stato riconosciuto colpevole di tentato omicidio, porto abusivo di coltello e minaccia grave. Il pm Giancarlo Ciani aveva chiesto 13 anni. Con Di Benedetto finì sotto inchiesta anche il padre Nicolino con cui, secondo l’accusa, il giovane avrebbe agito in concorso e con premeditazione, ma la posizione dell’uomo, a causa di un difetto di notifica, deve essere ancora vagliata dal giudice per l’udienza preliminare.
Il fatto si verificò in un’abitazione di Poggiofiorito nel pomeriggio del 2 novembre del 2015: Gennaro Capozzi, 51 anni, cognato di Nicolino Di Benedetto, era appena uscito di casa per prendere alcuni pezzi di legna quando, secondo l’accusa, venne aggredito alle spalle da padre e figlio, armati entrambi, di coltello, i quali lo ferirono alla nuca, al torace, all’addome e ad una mano provocandogli lesioni guaribili in oltre venti giorni.
Alla base del gesto ci sarebbero vecchie ruggini familiari: sentito in dibattimento, Nicolino Di Benedetto ha sostenuto che il figlio è estraneo alla vicenda mentre è stato lui ad avere un breve colluttazione con il cognato il quale gli sarebbe andato incontro impugnando un coltello. L’avvocato Innaurato ha annunciato ricorso in Appello.