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A Francavilla l’incontro “Riscaldamento globale e cambiamenti climatici”

Francavilla al Mare. “Riscaldamento globale e cambiamenti climatici”, è il titolo di un incontro che si terrà a Francavilla al Mare 19 febbraio prossimo nella Biblioteca “A. Russo” alle ore 17. L’incontro è organizzato da Biblioteca Antonio Russo e Ass. Ecologica Tasso Barbasso.

 I relatori sono: Piero Di Carlo, Fisico dell’Atmosfera, Università de L’Aquila; Fabrizia Arduini, Presidente WWF zona Frentana e Costa Teatina; Augusto De Sanctis, Comitato NO Ombrina e Forum Abruzzese Movimenti per l’Acqua. Introduce e coordina Bruno Zulli, Ambientalista, Ass. Ecol. Tasso Barbasso

 Mentre degrado ambientale e relativi effetti sono in grande progressione, il mondo politico internazionale dà risposte deboli e insufficienti a combattere il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici in atto.

 La conferenza internazionale sul clima di Parigi (Cop 21, dic. 2015) nel documento finale non ha nemmeno nominato le parole agricoltura, oceani, biodiversità, migrazioni, sicurezza alimentare. Non ha posto limiti né ha dettato prescrizioni e possibili sanzioni ai paesi che vanno oltre il parametro fissato di 1,5° C di aumento della temperatura media nei singoli paesi entro il 2050. Per realizzare questo obiettivo occorre bruciare meno carbone, petrolio e metano cioè meno energie di origine fossile e passare alle energie rinnovabili e naturali (sole, vento, geotermia).

 La temperatura del Pianeta aumenta perché c’è un continuo e forte aumento di produzione di CO2 e perché la deforestazione è diventato un fenomeno ormai quasi incontrollabile.

 Inoltre si immettono nell’atmosfera ossidi di azoto, benzene e altri veleni che causano malattie delle vie respiratorie. Solo in Europa 70.000 morti ogni anno per malattie polmonari e bronchiali.

Il Pianeta Terra
Il modello economico prevalente nel mondo è per accumulazione di denaro e genera competizione, sopraffazione e guerre, distruzioni (acqua, patrimonio naturale, risorse, habitat), ingiustizie e disuguaglianze, sfruttamento, sprechi e povertà.
Il capitalismo ha creato un rapporto predatorio con la natura e con l’ambiente. Il 70% delle risorse idriche viene utilizzato per l’agricoltura e l’allevamento.

 Ma questo non produce ancora un’inversione di tendenza forte e decisa. Solo chi affonda, chi è colpito da tornado, inondazioni e siccità capisce. Ogni anno si deforesta un territorio pari alla Scozia (oltre 80.000 Kmq.). Fino a pochi anni fa era pari al Belgio, meno della metà.

 A rischio sono molte specie animali: l’orso bianco può scomparire entro pochi anni (15-20). Tigri e rinoceronti bianchi sono a rischio grandissimo. Ma anche leoni, ippopotami, gnu, lamantini, coralli e barriere coralline, pipistrelli e rane nane e tanti altri animali sono ormai allo stremo.

 Senza dimenticare quello che può succedere in seguito allo scioglimento dei ghiacciai. Si stanno sciogliendo i maggiori del mondo su Ande e Himalaya e gli altri sono in sofferenza compresi il Perito Moreno e il Quellcaya. E gli oltre 100 del Polo Nord non esistono più.
Potrebbero scomparire entro la fine del secolo persino la foresta amazzonica e i grandi fiumi amazzonici ridotti a piccoli corsi d’acqua con scarsa portata e a zone paludose. Tra 100 anni si potrebbe parlare di pianura amazzonica, incapace di regolare la temperatura del pianeta.
Le coste di molti paesi sono a rischio, New York, Rio de Janeiro, Sidney, Hong Kong, Bangladesh, India, Cina e Senegal potrebbero essere sommerse entro pochi decenni. Già decine di migliaia di persone emigrano per motivi climatici e potrebbero diventare milioni nei prossimi anni. Metà dei terreni agricoli arabili sono a rischio, è a rischio il 10% della produzione alimentare.

L’Italia
L’Italia è un paese a forte rischio, è fragile, il dissesto idrogeologico è oltre l’80%. I fondi destinati a combattere questo rischio sono in continua diminuzione, la politica guarda vicino, è incapace di dare prospettiva e indicare soluzioni. Occorre un piano serio di decarbonizzazione e in tempi brevi.

 Gli scienziati dell’Enea (Progetto VECTOR in coll. con Università ital.) stanno studiando da anni le terre basse e il tasso di risalita del mare. A rischio Venezia, Versilia, Fondi e Latina, Cagliari, Catania, la Foce del Sangro, l’area di Trieste, lo stretto di Messina, il Lazio meridionale e altre zone costiere. I tempi sono molto stretti: 10, 20, 50 anni per attivare contromisure. I corsi d’acqua vanno risanati perché possano svolgere efficacemente il ruolo di filtro e di regolazione delle acque.

Francavilla
Il territorio comunale è cementificato per il 60%. Il sistema idrologico (fiumi, fossi, canali) è disintegrato. Per fare prevenzione c’è una sola via: una grande e capillare opera di rinaturalizzazione, cioè parchi, verde diffuso, rimboschimento, piantumazioni. Le grandi opere pubbliche realizzate (Alento cementificato e Variante Anas) sono errate sotto il profilo progettuale e ambientale. Il Porto è destinato all’interramento. Ma l’intero territorio è a rischio. La costa bassa potrebbe, nei prossimi decenni, essere sommersa.