Chieti. Dopo circa tre anni dalla legge regionale n° 1 del 2013 che aveva come finalità la soppressione delle Comunità Montane, questi enti sono ancora in fase di commissariamento e liquidazione, quindi sono ancora in vita, anche se per legge non più in funzionamento, e non si hanno ancora certezze sul loro destino.
Sono stati praticamente eliminati gli organi politici, che nella Comunità Montana Maielletta di cui sono stato Vicepresidente prima del commissariamento, comunque non avevano diritto ad indennizzi, ma non c’è stato un efficiente ricollocamento di tutti i dipendenti, che fortunatamente hanno conservato lo stipendio, ma continuano in moltissimi casi ad operare per strutture non più in funzionamento, quando invece potrebbero essere destinati ad altre attività, garantendo dignità per i lavoratori stessi e maggiore efficienza alla macchina pubblica.
Si sta verificando quello che ripetutamente dicevo nel 2013 quando mettevo in guardia sul fatto che dietro la soppressione delle Comunità Montane non ci fosse un programma a lungo termine e non si fossero costruite alternative credibili, Comunità Montane che se fossero state oggetto di un reale programma di sviluppo sarebbero state un importante presidio per le aree interne, come avveniva nei primi decenni dopo la loro istituzione.
Tra l’altro molte Unioni di Comuni che dovevano sostituire le Comunità Montane per i servizi associati non hanno avuto grande successo, mentre noi a Guardiagrele abbiamo anticipato la questione dei servizi sociali deliberando nel 2013 di istituire il Comune di Guardiagrele come nuovo EAS (ente d’ambito sociale) per la gestione dei servizi sociali, sostituendo in maniera efficace la Comunità Montana Maielletta e garantendo questi servizi per i cittadini del territorio.
Concludendo, rimane il fatto che non c’è ancora certezza sul destino delle Comunità Montane, ma soprattutto è necessario che si inizi a fare una politica realmente efficace a sostegno delle aree interne e dei territori montani e parzialmente montani.