Chieti. L’Altra Chieti, in occasione dell’inchiesta pubblica sul Metanodotto Larino-Chieti, manifesta il proprio dissenso nei confronti dell’ennesimo tentativo di piegare il nostro territorio a logiche puramente lobbystiche, che nulla portano alla nostra popolazione in termini di vantaggi, anche ai fini degli approvvigionamenti.
“Le sole conseguenze – si legge in una nota – saranno il depauperamento ambientale delle nostre colline, visto che il progetto in questione dovrebbe coinvolgere molti comuni, in maggior parte, della provincia di Chieti ma anche di quella di Pescara e Termoli. L’opera investirebbe ben 7 siti di interesse naturale e una zona a protezione speciale, aree Natura2000 tutelate dall’Unione Europea. Per lo più, è necessario sottolineare che una parte considerevole del metanodotto interesserà aree a rischio idro-geologico, sismico ed, anche, ad alta probabilità di incendio, trattandosi di zone ad elevata densità boschiva. Ma non basta!! Vi sarebbe anche il pericolo di interferenze con diverse sorgenti del tratto abruzzese, considerando la profondità degli scavi che sarebbero da realizzare. Senza dimenticare che sull’area insistono, oltre ad un già esistente metanodotto, l’elettrodotto Foggia- Gissi- Villanova e lo stoccaggio di Poggiofiorito. Ovvi, quindi, sarebbero i pericoli per l’ambiente e le persone. Tutto ciò riguarderebbe territori con una forte vocazione agricola e l’opera non farebbe altro che compromettere inevitabilmente la loro fertilità, con conseguente danno economico per i proprietari”.
“Sarà la prima volta in Abruzzo di un’inchiesta pubblica – conclude la nota – e speriamo che questa possa essere l’occasione per rispondere all’ennesima operazione strategica dopo Ombrina Mare. Come abbiamo sempre sostenuto, e come continueremo a fare, bisogna porre fine a questi soprusi che mirano solo ad arricchire i soliti e pochi noti e tornare a curare i bisogni delle persone. Con quest’opera non si fa null’altro che danneggiare il nostro territorio e la nostra popolazione”.