Lanciano. “Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione per aver visto riconosciuta gran parte delle nostre ragioni e per aver dimostrato la correttezza dei nostri comportamenti”: Francesco, Guglielmo e Valentina Maio (famiglia proprietaria dela Virtus Lanciano) così commentano l’esito della vicenda giudiziaria che li ha visti opposti a Giovanni Maio, fratello di Francesco.
Un processo nato l processo è scaturito da una lite di famiglia per le quote nella holding del settore rifiuti con sede ad Atessa.
Il tribunale di Lanciano si è pronunciato oggi, e “per quanto riguarda i tre reati contestati sulla cosiddetta infedeltà patrimoniale”, scrivono i Maio in una nota, “concretizzatasi nell’acquisizione del controllo di alcune società attraverso presunte manovre illegittime a danno degli altri soci, il giudice ha stabilito la improcedibilità per tardività della querela”.
“Per la cosiddetta distrazione di mezzi finanziari attraverso presunte false sponsorizzazioni in favore della Jogging Volley», continua il comunicato, «il giudice ha stabilito la improcedibilità per difetto di querela”. È arrivata invece l’assoluzione con formula piena perché i fatti non sussistono per le presunte false sponsorizzazioni della Virtus Lanciano e una presunta dichiarazione dei redditi fraudolenta fatta dalla Bleu per una fattura emessa dalla Jogging Volley.
“Per la vicenda della Henkot Gmbh, società di capitali tedesca, per la quale si contesta la presunta dichiarazione di elementi passivi fittizi a scopo di evasione fiscale, il tribunale allo stato attuale ha riconosciuto la nostra responsabilità”, spiegano i Maio, che in questo caso (Francesco, Guglielmo e Valentina) hanno ricevuto una condanna a 8 mesi.
“Anche in questo caso tuttavia siamo convinti di aver operato in maniera del tutto lecita e corretta, e restiamo in attesa di leggere le motivazioni della sentenza per impugnarla in appello”, concludono, “perché anche su quest’ultimo punto non abbiamo dubbio alcuno che la giustizia dimostrerà la realtà dei fatti”.
L’evasione fiscale di cui i Maio sono stati oggi riconosciuti colpevoli si riferisce al 2006 e 2007: circa 700 mila euro rispetto ad un fatturato di 2,4 milioni, per la dichiarazione dei redditi della Henkot GmbH, società tedesca del Gruppo Maio srl.
Dopo la sentenza i legali dei Maio hanno preannunciato ricorso in Appello contro la condanna a 8 mesi di reclusione. Mercoledì scorso, nella requisitoria, il pm Anna Benigni aveva chiesto la condanna per 5 dei 7 imputati; per Francesco Maio 2 anni e 4 mesi di reclusione; per Valentina e Guglielmo Maio, 1 anno e 6 mesi ciascuno.