Vasto. A causa delle abbondanti piogge ha ceduto questa mattina la balconata dei giardini napoletani di Palazzo d’Avalos, che guarda lo splendido golfo lunato di Vasto.
L’allarme è stato dato alle 6.30 dalle due famiglie residenti in una palazzina sotto il muro dello storico palazzo marchesale in una zona altamente franosa; nessuno è rimasto ferito (nella foto Ansa). Nelle scorse settimane c’era stato anche il sopralluogo del capo del Dipartimento della Protezione civile nazionale Franco Gabrielli.
Giovani In Movimento “La terra frana sotto i piedi della politica delle passerelle”
Brividi, preoccupazione e rabbia. Nella lotteria dei sentimenti, abbiam preso la terna. In questo caso in un colpo solo: col crollo di un pezzo del muro di contenimento dei giardini napoletani di Palazzo d’Avalos. Fa impressione vedere come quella montagna di mattoni, alta e possente, si sia sbriciolata come un wafer. Desta preoccupazione – oltre ciò che è accaduto – quello che non ancora succede, ma che nulla, proprio nulla, esclude possa avvenire. Nel mix di sentimenti non manca la rabbia, ben amalgamata con gli altri stati d’animo. La rabbia nel vedere che finora, fino a prima del crollo di quel pezzo di storia, con tutte le conseguenze del caso, nessun intervento concreto è stato messo in atto. Passerelle di politici e tecnici sulla Loggia Amblingh, promesse e strette di mano davanti ai flash, lettere di circostanza del Sindaco Lapenna a quel Presidente piuttosto che a quel Dirigente. La concretezza è da un’altra parte, ma sembra nessuno abbia voluto raggiungerla. Chissà se il campanello d’allarme che suona in queste ore, è talmente forte da essere sentito da chi finora pensava fosse solo l’inizio della ricreazione.”
Crolla balconata d’Avalos, D’Alfonso: ferita sarà rimarginata
“Mi impegno perché questa ferita che ha colpito nel cuore la Città del Vasto venga rimarginata”. Il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, dopo la visita a Palazzo d’Avalos di Vasto, dove per infiltrazioni d’acqua dovute alle abbondanti piogge ha ceduto il muro di mantenimento dei giardini napoletani, ha assicurato che già martedì, nella seduta di giunta, saranno assegnate le prime risorse. A chi gli chiedeva l’ammontare ha spiegato che sarà legato alla prima perizia del Genio Civile, “per quanto è attualmente visibile”.
“Palazzo d’Avalos oggi è escluso dal movimento franoso – ha detto D’Alfonso – ma dobbiamo lavorare affinché non ne venga coinvolto in seguito”. Non mancherà il raccordo, ha aggiunto, con Franco Gabrielli, capo del Dipartimento della Protezione civile che a dicembre scorso, con il direttore della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, Mauro Grassi, era stato in Abruzzo per una serie di sopralluoghi ai siti di maggiore emergenza in regione tra cui, a Vasto, il centro storico costone orientale.
Davide Aquilano, Italia Nostra
Il sindaco di Vasto qualche giorno fa ha fatto conoscere alla cittadinanza di essersi adoperato affinché il presidente della Regione Abruzzo prendesse a cuore la situazione di estremo pericolo in cui versano alcuni luoghi del territorio vastese a causa del dissesto idrogeologico. Dopo qualche giorno – la data del comunicato sindacale è ricostruibile soltanto attraverso delicate indagini da parte dell’utente perché sul sito del Comune gli avvisi e le comunicazioni non hanno data – il 24.01 si verifica l’inopinato crollo di un tratto del muro di contenimento del giardino di Palazzo d’Avalos.
I cedimenti delle opere di sostruzione avvengono ordinariamente per due motivi: auto-cedimento strutturale o pressione del terreno. Quest’ultima è stata senz’altro la causa del collasso dell’avalosiano muro, chiamato a reggere da quasi mezzo millennio un possente accumulo di terreno di riporto lì sistemato per ampliare il palazzo. In questo caso non c’entra niente la geologia, ma bisogna tirare in ballo l’archeologia: la causa non è da ricercare nella natura geologica del sottosuolo, ma nel comportamento di un terrapieno artificiale.
Per farla breve, l’acqua è penetrata nel sottosuolo – poiché non adeguatamente drenata o per insufficienza di sistemi fognari adeguati o per malfunzionamento di sistemi fognari pur adeguati – ha appesantito il terreno, che ha spinto sempre di più sul muro, fino a farlo crollare.
Siccome non esiste un monitoraggio sistematico del pur grave dissesto idrogeologico del costone orientale di Vasto, è evidente che un evento del genere diventa “inopinato” e diventa occasione per chiedere a chi sta sopra altri soldi e poi altri e poi altri ancora. E’ altrettanto evidente che tutto questo è illogico e fa anche pensare male…
A Vasto ci sono associazioni che potrebbero dare un serio contributo alla gestione della cosa pubblica, ma nessuna amministrazione cittadina ha mai avuto il “coraggio” di coinvolgerle. A Vasto operano professionisti di alto livello, ma si preferisce ad essi fenomenali “esperti” non Vastesi. A Vasto esistono almeno un paio di comitati, attivi con tenacia ed intelligenza, ma l’amministrazione li vede come nemici. Non sarebbe il caso di cambiare atteggiamento e smetterla con questa autoreferenzialità che sta drammaticamente, giorno dopo giorno, degradando il territorio ed annichilendo le migliori energie umane di Vasto.
Torniamo adesso alle cose concrete: mentre l’unità di crisi è al lavoro per “gestire la drammatica e delicata situazione”, chiediamo che dal Palazzo di Città venga impartito l’ordine ad un paio di operatori di farsi carico dell’ardua missione di eliminare le occlusioni che impediscono ai tombini distribuiti sulla Loggia Amblingh, a poche decine di metri dalla frana, di drenare l’acqua (vedi foto). Si può fare o si vuole di nuovo causare una frana nell’attesa di un’altra visita di cortesia del prefetto Gabrielli?