Chieti, 10 detenuti visitano il Museo La Civitella

visita detenuti museo la civitella chietiChieti. Si è svolta ieri mattina, presso il Museo ?La Civitella? di Chieti, una visita tutta dedicata ai detenuti della Casa Circondariale di Chieti, frutto di una collaborazione inter-istituzionale tra la Direzione del carcere e la Soprintendenza dei Beni Archeologici di Chieti che dura da oltre sei mesi.

 
 Grazie alla sensibilità delle dottoresse Sandra Lapenna e Angelina De Laurenzi della Soprintendenza, all?esito di un percorso di introduzione all?archeologia realizzato all?interno del penitenziario teatino in collaborazione con l?Associazione Voci di Dentro, i detenuti della Casa Circondariale, per l?occasione accompagnati da Direttore Giuseppina Ruggero, dal Comandante Valentino Di Bartolomeo e dalle educatrici Annamaria Raciti ? che ha seguito l?organizzazione per l?Area Trattamentale ? e Stefania Basilisco, hanno effettuato una visita guidata del Museo. Hanno così approfondito quanto già appreso tra aprile e giugno in un ciclo di conferenze tenute, in tema archeologico e geopaleontologico, con l?ausilio di esperti, reperti e numerose immagini. Proprio nel corso della sua conferenza la Direttrice Scientifica del Museo ?La Civitella? aveva mostrato l?allestimento della struttura, coinvolgendo e affascinando tutta la platea, composta da oltre 50 utenti. L?interesse, la partecipazione, la motivazione non hanno lasciato indifferenti le coordinatrici del progetto di collaborazione ?L’?Archeologia apre lo sguardo?, che hanno formulato l?invito ad una vera e propria visita del Museo, raccolto da quei detenuti e quelle detenute che, autorizzati dalla dott.ssa Maria Rosaria Parruti, Magistrato di Sorveglianza di Pescara, già beneficiano di opportunità di reinserimento quali permessi premio o lavoro all?esterno. E così, dopo una passeggiata attraverso il capoluogo teatino, la ?bellezza? del Museo ha aperto le porte al carcere, trasformandosi in emblema di solidarietà, accoglienza e cultura.
 
 Qualche detenuto non era mai stato prima in un Museo, qualcun altro serbava il ricordo delle gite scolastiche, associato ad un periodo esistenziale incontaminato e lieve.
E così, tra una spiegazione, tante domande e qualche momento gioviale, si è fatto spazio un nuovo modo di guardare la realtà e la storia: un crescente rispetto per chi quella storia la preserva all?oblio ed il desiderio di affrontare la vita per partecipare a quel flusso di umanità e speranza che, domani, potrà diventare una storia ancora migliore.
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