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Illustrati a Sambuceto i contenuti del Piano Nazionale di Ammodernamento Urbanistico

Sambuceto. Si è tenuto nel Centro Congressi del SHotel di Sambuceto il convegno organizzato dall’Unione Nazionale Imprese per lo Sviluppo Economico Sostenibile per illustrare agli imprenditori abruzzesi i contenuti del “Piano nazionale di ammodernamento urbanistico” che si prefigge di invertire il trend degli indirizzi urbanistici del ventesimo secolo che hanno portato ad un’espansione urbana a discapito degli interventi di conservazione dei centri storici, della riqualificazione delle periferie e di una riorganizzazione urbana.

Secondo l’associazione, rappresentata all’appuntamento dal presidente del consiglio direttivo nazionale Unises Carlo Costantini e dal vice presidente, nonché segretario, Stefano Baldassini, per uscire dalla crisi e permettere all’Italia di lasciarsi alle spalle lo stato di pre-default in cui si trova da ormai alcuni anni è necessario infatti avviare quanto prima riforme strutturali concrete.
“Le idee ed i progetti – ha spiegato Baldassini – sono alla base dello sviluppo e dell’evoluzione: per realizzarli occorre avere una visione di lungo periodo. Nel nostro Paese c’è assoluta urgenza di adottare piani sistemici nazionali, supportati dalla creazione di un fondo strutturale che operi come una banca dedicata al finanziamento dei progetti strategici. In tal modo si orienterà il sistema bancario a erogare il credito alle famiglie e alle aziende, e quindi a finanziare l’economia reale, abbandonando la scelta speculativa intrapresa nel corso di questi anni”.
L’obiettivo del piano è quello di riqualificare gli edifici situati nei centri storici e ristrutturare quelli che si trovano nelle periferie, per adeguarli alle attuali norme tecniche per le costruzioni in aree sismiche e portarli all’efficienza energetica. “Secondo uno studio condotto dal centro ricerche economiche, sociologiche e di mercato – ha affermato Baldassini – il 50% dei cittadini ritiene di abitare in edifici sicuri, ma in realtà non è così: soltanto il 5% degli edifici presenti sul territorio nazionale è veramente a norma in quanto costruito dopo l’ultima riclassificazione sismica del 2006. Viviamo quindi in edifici non sicuri, e non dimentichiamo poi il rischio idrogeologico, proprio in questi giorni tornato drammaticamente alla ribalta. Inoltre è sempre più importante pensare “green” visto anche che il 40% dell’anidride carbonica immessa nell’atmosfera è prodotta dalla climatizzazione estiva e invernale delle case. Con il Piano si potranno mettere in sicurezza le aree abitative e rendere efficienti gli immobili, al fine di creare sviluppo, occupazione e le condizioni migliori per l’intera collettività”.
L’Unises ha infatti previsto che con il progetto (visionabile sul sito http://unises.org/centro-studi/), sarà possibile dare il via, nell’arco di ben 100 anni, ad una serie di appalti, per un totale di 67 miliardi di euro l’anno, da destinare alla ristrutturazione e riedificazione degli edifici stoppando così il processo di cementificazione.
“Un piano così a lungo termine – ha evidenziato Baldassini – supportato da un fondo strutturale che erogherà finanziamenti alle famiglie e agli imprenditori, sarà in grado di assicurare benefici anche ai nostri nipoti, e tra gli effetti virtuosi, consentirà di ridurre entro 30 anni il tasso della disoccupazione dal 12,20% all’1’91% e portare la pressione fiscale a livelli sostenibili. Dobbiamo parlare con le pubbliche amministrazioni, perché se non agiamo in tempi brevi non usciremo più da questa recessione e il fatto che l’Europa abbia bocciato il documento economia e finanza presentato dal Governo è lì a dimostrarlo. È fondamentale riuscire ad attrarre nuovamente gli investitori internazionali ma dobbiamo farlo insieme. Unises ogni due mesi presenterà un nuovo progetto e come associazione è costantemente a disposizione di tutti coloro che siano interessati alle nostre attività”.